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Sarri Chiffi, lo scontro finisce in…tribunale

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Sarri Chiffi, nuovo incredibile atto. Il tecnico, squalificato per due giornate dopo l’espulsione rimediata al termine della gara di San Siro, ha presentato ricorso alla Corte sportiva d’Appello, ricevendo però in risposta un ‘no’. Un verdetto che non gli è andato decisamente giù, ma che non lo ha fermato: la sua ricerca di giustizia proseguirà infatti ora nelle sedi ordinarie. Lui e Chiffi potrebbero quindi ben presto ritrovarsi di fronte in un’aula di Tribunale, dove l’arbitro potrebbe essere chiamato a rispondere di diffamazione. L’iniziativa è ora al vaglio della Figc: a lei toccherà infatti decidere se concedere a Sarri la deroga necessaria per intraprendere l’iter.

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IL COMMENTO DEL LEGALE DELLA LAZIO

Interpellato sulla vicenda da Radio Punto Nuovo, l’avvocato Gianmichele Gentile ritiene “eccessiva” la squalifica inflitta al tecnico. A suo parere, la relazione dell’arbitro parla chiaro: “Ibrahimovic ha aggredito Leiva e Sarri è solo intervenuto per calmare gli animi“, spiega. Aggiungendo come poi un giocatore rossonero avrebbe “preso in giro” Sarri, che gli avrebbe risposto verbalmente. Ma il legale biancoceleste non si ferma qui e inserisce un altro dettaglio: le rimostranze presentate da Sarri all’arbitro “nel corridoio dello spogliatoio” per le parole di scherno rivoltegli “da un ragazzino” e quindi intollerabili. Circostanza cui, prosegue, Chiffi avrebbe risposto verbalizzando una “bestemmia” pronunciata dal tecnico. Ed è proprio quest’ultimo particolare a non trovare d’accordo Gentile, che ribadisce quindi l'”esagerazione” della squalifica.

Quanto poi alla querela presentata da Sarri, ammette di non averne discusso col tecnico. Il quale però, a suo parere, “potrebbe vincere“, ma ad una condizione: “Dovrà dimostrare quanto ha detto“. Gentile aggiunge poi come la stessa Lazio abbia “denunciato” Chiffi per le affermazioni contenute nel rapporto, svelando poi che l’arbitro avrebbe provato a giustificarsi adducendo di aver forse “capito male“. Dal suo punto di vista, quindi, Sarri è pienamente legittimato nella sua azione: “Se ha bisogno di lamentarsi, non deve chiedere permesso a nessuno”, conclude.

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