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Lazio Presentazione Sarri – I biancocelesti accolgono il post Inzaghi

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Lazio Presentazione Sarri – Prime parole da biancoceleste del tecnico toscano.

Lazio Presentazione Sarri – In casa biancoceleste quest’oggi va ufficialmente in archivio la (lunga) parentesi Inzaghi e si apre una nuova era. A tagliare il nastro sarà il diretto protagonista, pronto per una nuova avventura dopo l’anno sabbatico post Juventus. L’appuntamento è fissato per le 12, nella cornice della sala stampa del centro sportivo di Formello. Sarà qui che il Comandante, dopo l’assaggio dalle telecamere di Sportitalia, parlerà per la prima volta da allenatore della Prima Squadra della Capitale. Non resta quindi che gustarsi le sue (certamente importanti) dichiarazioni. Eccole qui di seguito.

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Tare: “Siamo molto contenti di fare questa presentazione. Prima però voglio ringraziare mister Inzaghi per il lavoro svolto, gli facciamo gli auguri. Sarri è stato grande opportunità di fare il salto, un banco di prova per cercare di portare tra noi allenatore di grandissima esperienza, che rispecchia lo spirito della Lazio. gli do il benvenuto e spero di gioire insieme tante volte

Sarri: “Io non vedo dualismo con Mourinho, è un gran bel personaggio, ha vinto più di me. Poi nel derby faremo di tutto per venire a capo della partita. Vorrei squadra che si sacrifica in settimana per divertirsi la domenica. Penso ci siano pressuposti. Ho intravisto in questa società la possibilità di tirare fuori le mie caratteristiche e giocare il calcio che mi piace. Era un momento in cui avevo bisogno della Lazio. Il tempo è questione imponderabile. La stagione di una squadra va valutata nella competizione più lunga. Vedremo di limitare le difficoltà che arriveranno. Mercato? Con Tare abbiamo fatto lista di ruoli e di caratteristiche. A me piacerebbe domani partire con la lista definitiva, ma so che è impossibile, sono pronto a soluzioni diverse. Immobile? Mancini lo mette sempre dentro, quindi è contento. Sul profilo offensivo e difensivo mi sembra di buon livello. Da allenatore lo valuto a prescindere dal gol fatto. Io adatto alla Lazio? E’ la Lazio come società che è adatta a me. Giocare un buon calcio è l’attuazione di una filosofia, è un percorso lungo e non semplice. L’obiettivo numero uno è divertirsi, a partire dall’allenatore, che lo trasmette alla squadra e poi a chi guarda. Non concepisco vincere giocando male. Luis Alberto? Non ha risposto alla convocazione, è un problema societario. Aspetto che arrivi, parli e chiarisca, altrimenti ci dovrà chiedere scusa. Felipe Anderson? Se non credessi di rilanciarlo, non ne avrei avallato l’acquisto. Speriamo di creargli le condizioni per togliere i difetti e mantenere i pregi, per essere più continuo. Ma si parla di un giocatore con potenzialità feroci. Lo vedo sempre tra le linee, negli ultimi 25-30 metri. I tifosi ancora non li ho visti, sono contento siano felici del mio arrivo. La pressione rientra nella normalità. Quando sono stato fermo, il calcio non mi è mancato, la settimana sì, la partita no. Se la pandemia andrà meglio e si rivedranno i tifosi, la situazione diventerà più positiva e mi darà più voglia di allenare. Modulo? Non sono integralista. L’obiettivo è partire col 4-3-3, poi c’è l’evoluzione. Vediamo gli esterni a disposizione, vediamo il mercato e la soluzione più facile che propone. Gli interni sono da tutelare, perchè è un modulo dispendioso per loro. Servono soluzioni alternative in zona gol agli attaccanti, che li supportino nei momenti di scarsa prolificità. Primo anno lo possiamo anche considerare di costruzione. Lazio da scudetto? Nel post lockdown non è stato un fatto di preparazione fisica, poi il calendario è una variabile imprevedibile. I calendari sono folli, non aiutano. Le Nazionali devono fare le categorie, così da ridurre il numero delle partite e incidere sugli infortuni e la qualità delle partite. Adesso parte un ciclo diverso, vogliamo rimanere competitivi e migliorare fortemente. La Lazio mi voleva per quattro anni, io ho voluto un periodo più corto, per via delle energie che avrò. Europa League è un torneo difficile, perchè si gioca giovedi e ci sono trasferte più lunghe. Per giocarla serve una vastità di rosa infinita. La stanchezza non dipende dal turnover, se c’è è perchè l’ambiente è stanco. Preferisco scoppiare a marzo che fare figuracce in Europa. Social? Sono un anti social, non ci ha portato un grande cambiamento come rapporti social. Lotito? Spero di non avere scintille e di avere un buon rapporto anche con lui. La Lazio più cara che ricordo è quella di Maestrelli, di cui ho conosciuto anche i familiari. Integralista della difesa a quattro? Non aspetto le squadre perchè m’annoio. Lazzari? Con la sua accelerazione non avrà problemi. Marusic anche ha una buona gamba. Peruzzi? Ci ho parlato, è un personaggio importante per la Lazio, spero di ritrovarlo perchè può darci una mano. Correa? Potrebbe fare l’attaccante a sinistra. Glielo chiederò se quando torna dalla Coppa America avrà deciso di restare. Per il resto, tutte le altre scelte dipenderanno dal mercato. Centrocampo? Leiva ha caratteristiche da incontrista, Milinkovic ha qualità difensive e un impatto fisico non indifferente. L’importante sono i movimenti, poi se uno è incontrista puro non c’è problema”.

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