Stefano Mauri si racconta ai microfoni di C’mon Lazio
Stefano Mauri, l’ex capitano della Lazio è intervenuto ai microfoni di C’mon Lazio, tra aneddoti e progetti per il futuro. La curiosità più diffusa che lo riguarda è senz’altro quella della fascia di capitano tenuta rovesciata il 26 maggio, giorno della Finale di Coppa Italia. Alla domanda perché l’avesse così posizionata, Mauri ha spiegato che all’entrata in campo era posizionata in maniera corretta. Poi durante gli ultimi minuti del match, quando era chiaro che la vittoria era vicina, Mauri racconta di aver “girato la fascia per scaramanzia, così che, quando poi avrei alzato la Coppa, la C di capitano sarebbe stata visibile a tutti“. Nei suoi ricordi il giocatore più forte rimane Klose perché “era un giocatore fantastico fuori e dentro il campo, durante gli allenamenti era un giocatore che dava l’esempio“. E tra gli allenatori che ha avuto, Stefano non ritiene nessuno migliore in assoluto, in quanto da tutti si poteva imparare qualcosa: “Ognuno di loro può insegnarti qualcosa, devi essere bravo tu ad assimilare quello che possono darti“.
Il ricordo dei compagni di squadra
Avendo militato in diverse squadre, l’ex capitano biancoceleste ha avuto modo di interagire con tanti altri giocatori. Il ricordo più bello glielo ha lasciato Roberto Baggio: “Ho giocato con Baggio a Brescia, non servono parole per spiegare che giocatore sia”…. Anche Matusalem, sempre a Brescia, era un giocatore fantastico nonostante caratterialmente avesse dei limiti“, ha commentato Mauri. E sui progetti futuri ha le idee chiare: “Ho fatto corso di allenatore ma ora sto iniziando un percorso diverso, come agente e procuratore: non mi vedo in ruoli dirigenziali“. Stefano è rimasto in buoni rapporti con molti suoi ex compagni di squadra: “Sono rimasto in contatto con Lulic, Radu, Parolo; anche con Brocchi, lui allena il Monza e io ho la famiglia che abita li vicino, quando vado a trovarli ci vediamo, ogni tanto sento anche Klose“, conclude l’ex capitano della Lazio.