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Caso tamponi, le motivazioni del Tribunale Federale: “Responsabilità dei medici”

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Si è conclusa la scorsa settimana la questione legata ai tamponi che vide al centro delle discussioni la Lazio a causa dello schieramento di Immobile e Leiva nella partita contro il Torino. Il Tribunale Federale ha deciso che i biancocelesti non meritavano nessun punto di penalizzazione, ma ha inflitto a Lotito 7 mesi di inibizione, ai due medici sociali Pulcini e Rodia 12 mesi e una multa da 150.000 euro. La Gazzetta dello Sport ha tirato fuori la motivazione per cui il Tribunale abbia dato questa sentenza: “Non si può dare la colpa al club su queste questioni, perché qualora dovesse risultare un positivo la procedura deve essere competenza della sanità medica. Inoltre non sembra possa imputarsi a Lotito quanto messo in dubbio in deferimento e, tanto, pur in presenza del suo ingannevole interessamento per la vicenda in oggetto, atteso che, ad ogni buon conto, non è in alcun modo dimostrato, né contestato, che nella sua funzione di presidente, Lotito abbia impedito l’attivazione delle procedure”.

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IMMOBILE E ZENIT

“Riteniamo palese la responsabilità della componente medica e stigmatizzata definendolo paradossale il caso del calciatore Immobile che dopo essere risultato positivo al controllo del 26 ottobre, proprio in virtù delle gravissime violazione perpetrate ha potuto disputare la gara entrando in stretto contatto con i compagni di squadra e quelli avversari in virtù di due tamponi negativi effettuati senza alcuna convalida, per poi risultare positivo nuovamente prima dell’incontro dello Zenit”.

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