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Tamponi Lazio – Il direttore della Gazzetta dello Sport si difende dalle accuse

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Stefano Barigelli, direttore della Gazzetta dello Sport, ha parlato del caso dei tamponi della Lazio.

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e parole di Barigelli sul caso dei tamponi a radiosei. La Lazio ti ha mai chiamato in questi giorni? “No mai”, ha riferito Barigelli, “In passato ebbi una discussione piuttosto animata, non ricordo bene perché, con l’ex ufficio stampa della Lazio, Guido Paglia. In realtà in quel momento non c’era molto da criticare”. “Conosco Diaconale al quale mando un in bocca al lupo”, ha proseguito, “non conosco Stefano De Martino”. Sui rapporti con la Lazio: “Ci sono state su molte questioni visioni diverse ma non anti-Lotito, non una campagna contro Lotito. Sui tamponi, invece, abbiamo preso una posizione di opposizione perché la riteniamo una questione che può mettere in discussione la tenuta del sistema calcio in Italia. Il nostro campionato si regge con i fili, è evidente che andiamo incontro probabilmente ad un progressivo lockdown totale e siccome con il calcio voi e noi ci campiamo, per tenere in piedi il calcio serve la massima trasparenza”. “Un conto è Lotito e un conto è la Lazio”, ha ribadito comunque il direttore della GdS. “Nessuna sentenza. Stiamo parlando di una vicenda che è al vaglio della magistratura, non sono in grado di dire quali sono i tamponi giusti. Ho messo solo in fila dei fatti oggettivi. Il numero di tamponi contestati, che ce ne sono stati anche per altri club, alla Lazio sono tanti e riguardano laboratori diversi. Andiamo piano con le parole: a quanto mi risulta la Lazio non ha falsificato nulla, dobbiamo andare piano con le parole, qui si parla di reati penali. Sul giornale non abbiamo mai scritto questo”. E ancora: “Per quello che riguarda la Procura Federale, da quello che so la Lazio rischia di più per l’allenamento di Immobile il giorno dopo Torino-Lazio con un esito del tampone debolmente positivo dichiarato da Taccone del laboratorio di Avellino”. Sul caso di Ronaldo: “Anche Ronaldo ha violato il protocollo, è stata anche una violazione del protocollo in qualche modo arrogante, visto anche il giocatore. La Gazzetta ne ha parlato. A me il suo atteggiamento non è piaciuto. Non mi è parso educativo, su quella vicenda siamo stati con Spadafora, non con il giocatore”.

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