Oggi, 22 novembre, ricorre il compleanno di Fabio Poli. Uno degli eroi della Lazio dei -9, la squadra guidata da Fascetti che riuscì a salvarsi dalla retrocessione in Serie C negli spareggi di Napoli.
Chi non ricorda quella folle corsa di Poli verso la Curva B dello stadio San Paolo durante gli spareggi per la permanenza in serie B dell’anno 1986-87?! Per ricordarlo e omaggiarlo nella maniera migliore la redazione di Laziochannel.it vuole dedicare lo stralcio di un’intervista rilasciata tempo fa a testimonianza dell’amore fra l’ex calciatore e i colori biancocelesti.
L’ARRIVO ALLA LAZIO
Arrivato dal Cagliari l’anno prima, Poli fu pagato 3 miliardi e mezzo di lire dall’allora presidente Giorgio Chinaglia: “Di Giorgio ho un ricordo meraviglioso. Era eccezionale perché essendo stato un calciatore della Lazio amava la squadra, la società e i colori. Aveva delle cose che, secondo me, un presidente che non è tifoso ma solo imprenditore, non può avere. Ha sempre ragionato da ex calciatore ed è stato penalizzato per questo, era amico e padre dei propri giocatori. Anche con me è stato fantastico, specie quando “discutemmo” del mio contratto, mi accontentò in tutti i sensi. Quando mi disse quanto mi avrebbe dato io gli risposi: ‘mi sembra un po’ pazzo lei’. Ma gli piacevo, mi voleva in squadra ed era contento di offrirmi quello che secondo lui meritavo. Quando lasciai Roma venne a trovarmi nel ritiro precampionato del Bologna regalandomi una grande gioia”.
IL RICORDO DI QUEL MOMENTO
Centrocampista di sostanza. Segnava poco ma aveva un cambio di passo impressionante. Saltava l’uomo e metteva la palla in area per i compagni. Sempre con i calzettoni abbassati. Con un balzo felino si gettò sul quel pallone crossato da Piscedda nell’area del Campobasso e anticipando il difensore con un perentorio stacco di testa riuscì a mettere la palla dentro. Quel ragazzo di venticinque anni nel pieno della maturità sportiva, ebbro di gioia tanto da non vedere i compagni di squadra che gli corsero incontro per abbracciarlo, continuò quella corsa affannata e senza meta fin sotto il settore dei tifosi biancocelesti.
NELLA STORIA DELLA LAZIO
Il ricordo di quei momenti: “Non mi resi subito conto dell’importanza di quella rete. Sapevo di aver fatto qualcosa di importante ma non credevo così talmente grande da essere ancora ricordato dalla gente. Laziali e tifosi che ancora adesso vengono a trovarmi per ringraziarmi per ciò che ho fatto”. Con quel gol il suo nome era entrato di diritto nella storia della Lazio. Era un idolo per tutti i tifosi che mai si sarebbero aspettati che nello stesso anno avrebbe lasciato i colori biancocelesti.
L’ADDIO ALLA LAZIO
Alla domanda del perché di una simile decisione Poli, dopo diverso tempo, dichiarò: “Fui costretto dalla società. In un primo momento rifiutai il trasferimento al Bologna perché volevo rimanere in biancoceleste. La Lazio mi aveva dato tanto, mi aveva permesso di misurarmi allo stadio Olimpico e di giocare in una grande squadra. Ero stato pagato tantissimo. Sentivo di non avevo dato tutto quello che potevo ed avevo voglia di dimostrare tanto ancora. La società però mi fece capire che era meglio se fossi andato via. Avevano puntato su Muro che proveniva dal Napoli e io preferii, senza pensarci tanto sopra, accettare Bologna, anche perché è la squadra che ho sempre tifato. Mi dispiacque molto lasciare Roma anche perché purtroppo scrissero che avevo avuto problemi con Fascetti, false voci messe in giro ad arte”.
LA LAZIO PER PIOLI
Cosa rappresenta la Lazio per Fabio Poli: “E’ stata la grande fortuna della mia vita. Io venivo da situazioni molto tranquille e la società biancoceleste mi ha dato la possibilità di far parte di un ambiente che mi ha fatto crescere anche a livello personale. Tifosi eccezionali con i quali ancora ci sentiamo e che mi chiamano nei famosi club per giocare con loro. Dopo tanti anni nelle loro menti è ancora vivo il ricordo di quella persona che fece un gol per loro molto importante ed io lo ricorderò sempre come importante per la mia vita“.
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