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LA NOSTRA STORIA Sergio Conceição, il folletto portoghese

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LA NOSTRA STORIA Il 15 novembre 1974 nasce a Ribeira de Frades (Coimbra – Portogallo) Paulo Sergio Merceneiro da Conceição, o semplicemente, Sergio Conceição.

‘Twister’, questo il suo soprannome, inizia la carriera come centrocampista della squadra locale della città in cui vive, l’Académica de Coimbra. Successivamente gioca con Penafiel, Leca, Felgueiras e Porto, dove vince 2 scudetti, una Coppa di Portogallo e una Supercoppa Portoghese. Nel 1998 Sergio Conceição viene premiato come miglior giocatore del campionato portoghese. Nell’estate dello stesso anno arriva alla Lazio per sostituire il partente Diego Fuser. Nella Capitale riesce sin da subito ad entrare nei cuori dei sostenitori laziali grazie anche a una rete realizzata al suo esordio nella Supercoppa Italiana, conquistata a Torino ai danni della Juventus.

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I

l tecnico dei biancocelesti, Sven Goran Eriksson, lo inserisce sin da subito in squadra sulla corsia destra. Il debutto nel campionato italiano avviene alla prima giornata della stagione 1998-1999 durante la gara Piacenza-Lazio terminata 1-1. Gioca due stagioni in maglia biancoceleste: nella prima oltre alla Supercoppa vince la Coppa delle Coppe e in campionato diventa subito un punto fisso della squadra del tecnico svedese, per lui 33 partite e 5 reti. Nella seconda vince Scudetto (30 presenze e 2 gol), Coppa Italia e Supercoppa Europea in finale contro il Manchester United.

Nel 2000 viene inserito nella maxi trattativa per l’acquisto di Hernan Crespo. Si trasferisce al Parma dove rimane una stagione in cui gioca 25 partite segnando 5 reti. Dall’Emilia arriva all’Inter, dove resta due stagioni giocando 41 partite e realizzando 1 rete. Nel 2003/04 torna alla Lazio ma dopo sole 7 presenze, nel mercato di gennaio, viene ceduto al Porto dove conclude la stagione vincendo lo scudetto (il terzo con i portoghesi). Con la squadra capitolina colleziona in totale 70 presenze e 7 reti in campionato.

IL SEGUITO DELLA CARRIERA

La stagione successiva lascia il Porto e si trasferisce allo Standard Liegi. Il portoghese, in terra belga, prima conquista la fascia da capitano. Poi viene premiato con il premio assegnato dal quotidiano Het Laatste Nieuws, la Scarpa d’oro, ossia il premio che viene assegnato al miglior giocatore del campionato nazionale. Nell’estate del 2007 si trasferisce in Kuwait nell’Al-Qadissya (7 presenze, 5 gol). Da febbraio 2008 milita nel Paok Salonicco in Grecia. Il 12 agosto dello stesso anno torna da avversario all’Olimpico in occasione di una partita amichevole.

Il 14 novembre 2009 annuncia il suo ritiro alla fine della stagione e il suo inserimento nei quadri della squadra greca come direttore sportivo. Nel giugno 2010 torna allo Standard Liegi in qualità di vice-allenatore. Il 2 gennaio 2012 diventa l’allenatore della squadra di serie A portoghese Olhenense. Nell’aprile 2013 assume l’incarico di allenatore dell’Academica di Coimbra in Portogallo; nel 2014 allena lo Sporting Braga. L’8 dicembre 2016 diventa allenatore del Nantes firmando un contratto biennale e prendendo la squadra al penultimo posto in campionato. Il 2 maggio 2017 il club gli rinnova il contratto per tre anni. Il 6 giugno seguente, dopo aver portato al settimo posto i Canarini, accetta l’offerta del Porto, al quale due giorni dopo si lega per due stagioni. Il primo anno vince il campionato, il secondo conquista la Supercoppa del Portogallo. Nel 2002, in suo onore, nella città di Coimbra è stato costruito lo Estádio Municipal Sérgio Conceição in Taveiro.

L’AMORE PER I COLORI BIANCOCELESTI

Dopo aver lasciato il calcio giocato il portoghese più volte ha dichiarato il suo amore nei confronti dei colori biancocelesti della prima squadra della capitale. In una delle tante interviste rilasciate dichiarò: “Ricordo con immenso piacere la mia prima partita ufficiale con la Lazio, quando con una mia rete conquistammo la Supercoppa. Ma nella mia carriera in biancoceleste ci sono state anche tante altre partite molto belle: ricordo una mia doppietta a San Siro dove ci imponemmo 5-3 contro l’Inter, l’ultima partita dove vincemmo lo scudetto, la Coppa delle Coppe a Birmingham e la Supercoppa europea contro il Manchester United. Sono molto legato all’Italia, è la mia seconda patria, gli anni più belli della mia carriera li ho trascorsi li’, la mia famiglia parla italiano. Mi piacerebbe tornarci da tecnico. Magari fosse sulla panchina della Lazio, sono sempre stato tifoso dei biancocelesti, quei colori mi sono rimasti nel cuore. Se arriverò un giorno alla Lazio sarà per i miei meriti conquistati come allenatore e per poter dare qualcosa in più. Se non fosse così preferisco rimanere dove mi trovo”.

Auguri ‘Twister’, un semplice augurio di vero cuore da parte di chi ti ha sempre amato e considerato uno di noi… con la speranza di vederti, chissà, un giorno sulla panchina biancoceleste unito in un caldo abbraccio con quei tifosi che ti hanno sempre osannato ed ai quali, da funambolo imprendibile, hai regalato tante gioie.

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