L’esterno della Lazio Lazzari, dopo la delusione contro l’Atalanta, si proietta a passo di carica verso la sfida di domani contro l’Inter.
LAZIO Lazzari ai microfoni di Dazn. Partendo dal confronto con il collega di reparto nerazzurro Hakimi: “Siamo veloci entrambi. In Serie A ci sono tanti esterni rapidi, è complicato dire chi lo è di più. Lui fa 36 km/h e io 35,5, ma solo perchè io avevo il vento contro (ride ndr). A parte scherzi, lui è veramente un grande giocatore e domenica ce ne renderemo conto dal vivo“.
Ritorno poi sul ko con l’Atalanta: “Abbiamo fatto una grande partita, ma loro sono stati più cinici. Cinque tiri, quattro gol. Un risultato davvero pesante, ma domenica in casa con l’Inter possiamo rifarci. Affronteremo una squadra tosta, che quest’anno si è rinforzata ancora di più. Ma noi siamo la Lazio, sappiamo di avere una grande rosa e possiamo dire la nostra. Anche perchè in una gara secca non c’è mai una favorita. Dobbiamo ripetere la partita dell’anno scorso, dove il controllo della palla era nelle nostre mani. Proprio del possesso noi facciamo la nostra forza e metteremo la stessa intensità. Loro invece sono forti fisicamente, soprattutto con Lukaku“.
Su Immobile: “Da quando gli ho fatto l’assist per il centesimo gol, mi massacra sempre nello spogliatoio. E fa bene, perchè faccio poco per quello che potrei. Infatti quella volta non stava festeggiando il centesimo gol, ma il mio assist (ride ndr). Davies? Mi ha impressionato. E’ molto giovane, ma gioca da anni in Champions League. Farà una carriera pazzesca“.
Lazzari riavvolge poi il nastro della propria carriera: “Quando ero nel settore giovanile del Vicenza, mi arrivò una lettera in cui mi dicevano che non mi avrebbero confermato. Sono dunque dovuto ripartire da zero: ho fatto tutta la trafila della Serie D. Ho fatto tutte le categorie e vedere dove sono arrivato adesso è incredibile. A guardare indietro mi viene la pelle d’oca. Ho fatto anche uno stage di due-tre mesi per lavorare in fabbrica: se non avessi fatto il calciatore, sarei finito lì, in una fabbrica di macchine utensili. Man mano che andavo avanti con gli step, riuscivo ad adattarmi velocemente. L’arrivo alla Lazio non è stato semplice: la pressione della piazza è differente, quindi devi essere anche forte mentalmente“.
Capitolo Nazionale: “Mentre ero in ritiro con la Spal a Torino, mi arrivarono due-tre messaggi sul telefono. C’era scritto ‘complimenti’, ma io non capivo. Quando poi ho visto le convocazioni del ct Mancini, avevo gli occhi lucidi. Ho chiamato la mia ragazza, poi i miei genitori e mia sorella. Parolacce? Forse qualcuna mi sarà scappata“.