Il 2 ottobre del 1964 nasce a Curitiba, in Brasile, l’ex attaccante della Lazio, Amarildo Souza do Amaral. Si fa una bella gavetta in patria da centravanti. Non segna molto ma viene apprezzato per come si sacrifica per la squadra. L’esplosione arriva nel 1988-89 quando sbarca in Spagna. Alla prima stagione al Celta Vigo segna 16 reti in 34 partite.
L’ARRIVO ALLA LAZIO
La Lazio, nella stagione 1989-90, investe su di lui. Il presidente Calleri lo porta nella capitale. Qui con l’uruguaiano Ruben Sosa forma una coppia gol molto affidabile per la squadra di Giuseppe Materazzi. L’attaccante sudamericano è il primo Atleta di Cristo del campionato italiano. Appartenente alla Chiesa Evangelica, molto devoto. Amarildo prima dell’inizio delle partite è solito regalare una Bibbia ai suoi avversari.
ATLETA DI CRISTO MA…
Il 19 novembre 1989 si gioca l’andata del derby. E’ l’anno del Flaminio, le due squadre della capitale sono costrette a giocare nel più piccolo impianto cittadino dato che l’Olimpico è in ristrutturazione in vista dei Mondiali del 1990. Il centravanti brasiliano come sempre prima dell’inizio della gara distribuisce la solita copia della Bibbia, consegnandola al suo marcatore in campo, Lionello Manfredonia. Al 6′ del secondo tempo, sul risultato di 0-0, Amarildo rifila una testata in faccia al giallorosso che stramazza al suolo e viene espulso. Nel dopo partita l’ambiente laziale parla di provocazioni di Manfredonia che hanno scatenato la reazione di Amarildo, il giocatore tace e solamente anni dopo rivelerà che il giallorosso lo aveva insultato e provocato per tutto il primo tempo dicendogli: “Il tuo Dio non esiste”. La stagione di Amarildo con la Lazio terminerà con 8 reti, realizzate tutte in casa. In estate, però, la Lazio acquista il forte centravanti tedesco Karl-Heinz Riedle, conferma Sosa e Troglio e, potendo tesserare solo tre stranieri, sacrifica Amarildo che passa al Cesena.
DOPO L’ADDIO ALLA LAZIO
L
a stagione 1990-91 per la squadra romagnola si trasforma però in un calvario. Amarildo fa quel che può trasformandosi da uomo gol a uomo assist ma nonostante ciò il Cesena retrocede in serie B. Per Amarildo arriva la conferma con la speranza di un immediato ritorno nella massima serie ma il campionato 1991-92 invece è deludente come il precedente e la promozione non arriva. L’ex biancoceleste segna 8 gol, insufficienti per riportare il Cesena ai vertici. Nel 1992 il brasiliano si trasferisce in Spagna, poi in Brasile e in Portogallo, giocando in squadre minori. Oggi l’ex attaccante di Lazio e Cesena gestisce con passione tre scuole calcio in Brasile.
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