LAZIO Nel giorno del compleanno di Paul Gascoigne lo storico Team Manager biancoceleste Maurizio Manzini è intervenuto all’interno del programma C’mon Lazio in onda su Nonèlaradio. In studio Alessandro “Mozzarella” e Davide Sperati.
LAZIO Il Team Manager Maurizio Manzini e il compleanno di Paul Gascoigne: “Per me è stato come un figlio. È stata una persona per certi versi anche sfortunata. La sua sfortuna però è stata ripagata dalla sua grande generosità e dalla sua capacità di farsi voler bene. Per dirvi tutta la Premier League si è tassata per pagargli una clinica di recupero a San Francisco”.
GLI ANEDDOTI: UNA VOLTA CON ZOFF…
“Prima che fosse inaugurato il centro sportivo di Formello, quando giocavamo in casa andavamo in ritiro in un albergo in zona Parioli. Dopo cena si andava in camera e la sala per la cena veniva aperta a tutti gli ospiti dell’albergo. Una sera eravamo lì con Zoff, venne il maitre che ci disse che avevano un problema con Gascoigne. Stava importunando i clienti al piano. Zoff chiama Gascoigne e gli dice di scendere, ma Paul gli disse di non essere in condizioni. Zoff però insistette e alla fine lui scese. Ad un certo punto si aprì la porta in un silenzio tombale ed entrò lui, completamente nudo dicendo ‘Mister mi hai detto di scendere così com’ero e io così sono sceso'”.
QUELLA VOLTA CON SCLOSA
“Una volta mi chiamò Sclosa dicendomi che aveva problemi con Paul. Arrivo al locale e vedo questa scena: Gascoigne sdraiato su un tavolo sporco di spaghetti, vino eccetera. Ho provato a scuoterlo ma non si riprendeva. Ad un certo punto lui si alza, mi guarda e mi fa ‘Tu credevi che fossi ubriaco eh?’. Mi fece prendere un colpo”.
SULLA STRADA PER PESCARA
“Lui aveva una sorta di padre putativo Mario Pennacchia. Sul pullman in prima fila c’eravamo io e il mister da un lato e Gazza e Pennacchia dall’altro. Sulla Roma-Pescara c’erano parecchie gallerie che ai tempi non erano illuminate. Imbocchiamo una di questa gallerie e all’uscita Pennacchia se lo ritrova vicino completamente nudo. Nemmeno il tempo di stupirsi che iniziò un’altra galleria: all’uscita di quest’ultima lui era di nuovo vestito. In quella partita lui fece un grandissimo goal dribblando 5 o 6 giocatori avversari”.
GLI AUGURI A GAZZA
“Oggi gli ho scritto un messaggio ‘Caro Paul non so dove tu sei ma sai che qui avrai sempre un amico’. Ancora non mi ha risporto, non ho idea di dove sia, ma sa benissimo che qui a Roma ha un amico che gli vuole bene”.
26 MAGGIO
“Una serie di emozioni indescrivibili, iniziate giorni prima della partita, continuate durante il match e finite giorni dopo. Avevo la sensazione netta che ci accingevamo a vivere un qualcosa che difficilmente si sarebbe ripetuto”.
UNA VOLTA CON MAZZONE…
“Vi racconto questa. Una volta in un Derby stavamo vincendo di misura con goal di Signori ed eravamo in grande sofferenza. Ai tempi l’arbitro alzava la mano per indicare la fine della partita, non c’erano tabelloni con il cronometro. Ad un certo punto l’arbitro Lucci fischia e alza la mano e io comincio a correre in mezzo al campo, ma aveva solo fischiato un fallo. Mi sono reso conto che i giocatori contnuavano a giocare e tra frastuono e fumogeni ho perso l’orientamento e sono quasi scivolato ritrovandomi vicino alla panchina della Roma. Lì c’era Mazzone, che mi guarda e mi fa ‘A Manzi’ ma ndo’ c**** vai?'”