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LAZIO Biava e il 26 Maggio: “Ricordo indimenticabile”

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LAZIO Giuseppe Biava era presente al centro della difesa biancoceleste in quell’indimenticabile 26 Maggio che vide la squadra allora allenata da Petkovic alzare la Coppa Italia a spese della Roma di Andreazzoli. L’ex difensore ha raccontato quel giorno stupendo ai microfoni di Lazio Style Channel.

LAZIO Giuseppe Biava e il ricordo del 26 Maggio raccontato al canale ufficiale della società biancoceleste: “Ricordo tutta la tensione di quella partita. C’era grande tensione poi sfociata in una gioia incontenibile al triplice fischio. Mi sembra passato pochissimo tempo anche dalla semifinale di ritorno di quella Coppa: avevamo subito il pari a un passo dal 90’. Nel recupero Floccari fece 2-1 e pochi istanti più tardi Marchisio ebbe la palla del 2-2 ma riuscimmo a conquistare quella storica finale“.

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QUEL LAZIO-SIENA…

“Avevamo rischiato grosso già alla prima partita, contro il Siena: pareggiammo anche lì a pochi secondo dal termine. A Torino, nella semifinale d’andata, invece, la Juventus ebbe molte occasioni ma riuscimmo a pareggiare 1-1 con Mauri, probabilmente con l’unico tiro in porta dell’intera gara. Carrizo era un ragazzo eccezionale, in biancoceleste non ha avuto molta fortuna ma con la sua prestazione contro il Siena ha messo la sua firma in calce sulla conquista del trofeo del 26 maggio 2013. Se abbiamo battuto la Roma in finale è anche merito suo”.

LAZIO, BIAVA E LA TENSIONE DEL 26 MAGGIO

“La tensione saliva giorno dopo giorno, sapevamo bene da tempo che ad attenderci nell’ultimo atto ci sarebbe stata la squadra giallorossa. Non fu una bella partita a vedersi, il confronto fu molto nervoso. Servì il ritiro a Norcia, staccandoci da Formello eravamo riusciti a confrontarci maggiormente sul campo. C’era tantissima tensione, si avvertiva nell’aria, il sostegno saliva sempre più. Eravamo convinti di poter far bene, i nostri volti erano carichi e concentrati, eravamo tutti sul pezzo. Chi non era sceso in campo sosteneva il compagno. Regalare un sogno ai nostri tifosi era la cosa che volevamo di più e per questo saremo ricordati per sempre”.

L’IMPRESA

“Con il pullman scoperto abbiamo percorso pochi metri ma fu necessario molto tempo, c’era tantissima gente intorno a noi. Non capita tutti gli anni di arrivare in finale e giocarsi il trofeo con l’altra squadra della città. Forse la nostra impresa è paragonabile solo alla conquista dello Scudetto del 1974“.

 

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