LA NOSTRA STORIA Leonardo Salvatore Siliato nacque a Genova il 4 aprile 1896.
Siliato si occupava di problemi legati alla Previdenza e all’Assistenza dei lavoratori. Nel 1929 divenne Rettore ordinario della Provincia di Genova ma si dimise nell’agosto del 1931. Negli anni ’30 si legò al P.N.F.. Divenne anche Amministratore unico dell’Ansaldo e nel 1940 presidente del Liguria Calcio. In guerra fu pluridecorato al valor militare. Nel dopoguerra divenne presidente del Terni e professore universitario. Il 4 novembre 1956 nell’Assemblea generale straordinaria il revisore dei conti della Lazio, Aldo Giuliani, riferisce che il passivo ammonta a Lire 818.000.000. Costantino Tessarolo comunica che il conte Mario Vaselli, che fino ad allora aveva finanziato la società, aveva deciso di rinunciare a ogni incarico. Comunicando anche che il gruppo di Giorgio Zenobi aveva reperito solo 20 dei 60 milioni necessari per le spese urgenti.
Si fece così ricorso a una reggenza costituita da Leonardo Siliato e l’industriale Antonio Alecce. Il 23 dicembre è eletto il nuovo consiglio con Siliato presidente della Sezione Calcio e Alecce finanziatore e consulente. Tuttavia i problemi economici non erano affatto risolti. Il 18 luglio 1957, nella riunione sul rendiconto di gestione, Siliato si presenta dimissionario e denuncia lo stato di pericolo finanziario. Nel tentativo di attenuare la crisi aveva ceduto Arne Selmosson all’Inter ma la protesta di soci e tifosi l’avevano costretto a restituire il denaro alla società milanese. Alcuni provvedimenti presi e una campagna presso i soci per reperire denaro fresco hanno successo e convincono Siliato a ritirare le dimissioni. Non solo resta ma ingaggia Fulvio Bernardini come allenatore.
Il 6 luglio 1958 si propaga la notizia che la Lazio ha ceduto Selmosson alla Roma. L’accordo, firmato il 10, prevede che in cambio la società biancoceleste avrà ben 135 milioni di Lire. I tifosi scendono in strada e sotto la sede di Via Frattina deve accorrere la Celere per calmare gli animi. Bruno Jannucci, Valanzuolo e Rendina, contattano Selmosson per convincerlo a rifiutare il trasferimento. Siliato, cosciente della gravità della situazione, respinge per ragioni di opportunità gli effetti che la Roma gli fa pervenire ma ogni ripensamento è giuridicamente impossibile. Sarà il generale Giorgio Vaccaro, sempre presente nei momenti topici, che placherà gli animi con un nobile discorso. Il 24 settembre 1958 la Lazio vince il suo primo trofeo: la Coppa Italia.
Sarà proprio Siliato che alzerà la prestigiosa coppa. Il 29 luglio 1959 il presidente, malato e stanco, chiese un periodo di riposo. In sua sostituzione fu richiamato Andrea Ercoli. Il 29 novembre 1960 il redivivo Costantino Tessarolo sarà eletto Commissario straordinario della società. Siliato è stato alla guida della Lazio nel periodo più buio della sua storia dal punto di vista economico. La sua signorilità, i modi pacati, l’impegno continuo per tentare di risolvere i problemi societari, lo fanno ricordare con affetto e riconoscenza da tutti i tifosi laziali e gli consentirono di essere nominato nel 1964 presidente generale della Polisportiva. È morto a Roma il 24 ottobre 1976.
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