LA NOSTRA STORIA Piero Pastore nasce a Padova il 3 aprile del 1903. Spesso riportato come Pietro.
Inizia a giocare a nove anni nell’Aurora di Padova con il fratello, deceduto a seguito di uno scontro di gioco. Nel 1914 passa nelle giovanili del Padova per poi, dopo la guerra, passare in prima squadra. Nel 1920 passa alla Juventus dove in sei stagioni vince uno scudetto realizzando 20 reti.
La stagione seguente si trova coinvolto nello ‘scandalo Allemandi’ che provocherà la revoca dello scudetto al Torino. Gioca due gare nella Nazionale B. Nel 1928 si trasferisce al Milan. Nello stesso anno partecipa alle Olimpiadi di Amsterdam. Nel 1929 prestato per una tournée americana al Brescia è notato per la sua somiglianza con Rodolfo Valentino e sottoposto dalla Paramount a un provino.
Recita in due film muti: ‘La Leggenda di Vally’ e ‘Ragazze non scherzate’. Nel 1929/30 è tesserato dalla Lazio, dove gioca per due stagioni. Nella stagione 1931/32 è di nuovo al Milan ma per divergenze finanziarie con la società decide di puntare alla carriera cinematografica. Nel 1932/33 torna alla Lazio. Il suo interesse però è rivolto al cinema. Nel 1933 Benito Mussolini commissiona a Luigi Pirandello un soggetto cinematografico.
La sceneggiatura è scritta da Mario Soldati, amico di Pastore dai tempi della Juventus, che lo sceglie come protagonista nel film ‘Acciaio’. Il debutto di Pastore, ‘il nuovo Valentino’, è elogiato dalla critica. Dopo una stagione passata a Perugia nel 1935/36 torna a Roma, però sulla sponda giallorossa. Terminata la carriera da calciatore dopo una breve carriera da allenatore/giocatore con Vigili del Fuoco e Tivoli, prosegue quella da attore.
Compare in una sessantina di film tra i quali ‘La corona di ferro’ con Gino Cervi, ‘Giarabub’ con Alberto Sordi, ‘Aquila Nera’ con Rossano Brazzi, ‘Attila’ con Anthony Quinn e Sofia Loren, ‘Ulisse’ con Kirk Douglas, ‘Totò e Marcellino’ e ‘Arrangiatevi’ con Totò, ‘Barabba’ con Anthony Quinn, Silvana Mangano e Vittorio Gassman. È deceduto al Policlinico di Roma l’8 gennaio 1968 per una insufficienza cardio-respiratoria.
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