Il centrocampista della Lazio Cataldi in una lunga intervista tra sogno scudetto e prospettive per il futuro.
LAZIO Cataldi ai microfoni di ‘Radio Anch’Io Sport’: “L’estate 2018 rientravo dallo sfortunato prestito a Benevento, la Lazio aveva fatto grandi acquisti ma io ero convinto di me stesso. Me la volevo giocare almeno fino a gennaio, mi sono messo sotto, ho lavorato, parlato col mister e col ds e ho dato il massimo. Ho cercato di aiutare la squadra e le cose sono andate sempre meglio. Sono contento della scelta che ho fatto, spero di continuare così. Se penso a un trasferimento? Non voglio cambiare aria, vorrei impormi con questa maglia che porto sin da bambino”
“Stare in panchina non è facile, ma penso che il nostro centrocampo sia il più forte d’Italia dopo quello della Juve. Magari non gioco ogni domenica, ma si può dare una mano anche entrando dalla panchina, lavorerò di più per cercare di guadagnare più spazio”.
Poi sulle possibilità Scudetto: “Sicuramente fare 10 vittorie di file è stata una cosa inaspettata, non si parte con in mente quell’obiettivo. Le cose sono andate bene, ci abbiamo creduto fino all’ultimo in tutte le partite e stiamo portando a casa i frutti di quello che creiamo. All’inizio non era così, non sfruttavamo tutte le nostre occasioni da gol. Scudetto? Nello spogliatoio si scherza in maniera goliardica, ma non mai abbiamo parlato seriamente di questo. Stiamo facendo bene, il nostro obiettivo rimane la Champions che ci siamo prefissati a inizio campionato. Tenevamo tanto anche all’Europa League, ma siamo usciti e quindi adesso stiamo mettendo anima e corpo negli allenamenti per raggiungere il quarto posto. Poi se quando mancheranno 5 giornate saremo ancora lì vicini, allora ci proveremo. Ma per ora pensiamo partita dopo partita”.
Sugli arbitri: “Sono cambiato molto caratterialmente, prima ero più focoso. Discutevo e non ragionavo molto, preso dalla partita e dai momenti. Ora sono cresciuto, anche se ultimamente prendo tanti cartellini pur non volendolo (ride, ndr). Gli arbitri sono tranquilli, fare il loro lavoro è complicato ma sono dei professionisti come noi e si comportano come tali. Come possiamo sbagliare noi calciatori, possono farlo anche gli arbitri. A loro va tutta la nostra comprensione per quello che fanno. Dobbiamo cercare di farli lavorare al meglio in campo per fargli gestire meglio i momenti difficili”.
Su Lazio-Atalanta, la svolta della stagione: “Dentro lo spogliatoio, dopo quel primo tempo, ci siamo guardati tutti in faccia cercando di rimanere lucidi per riprendere la partita. L’Atalanta è fortissima, in quel momento loro ci avevano fatto 3 gol ma noi pensavamo di avere le carte in regola per fargliene altrettanti Ci siamo riusciti e questo ci ha dato la scossa. Adesso crediamo in quello che facciamo fino all’ultimo, abbiamo vinto tante partite nei finali e ormai non è più un caso. La Lazio non molla e i risultati ci stanno dando ragione. L’eliminazione dall’Europa League un vantaggio? Potrebbe esserlo, ma a me piace portare la Lazio in giro per l’Europa. Quindi è brutto essere usciti. Era un girone impegnativo ma eravamo favoriti, abbiamo buttato la qualificazione pagando le due sconfitte immeritate contro il Celtic. Dispiace, ma adesso abbiamo altro in testa”.
Sui giovani italiani: “I giovani rispetto a qualche anno fa sono più agevolati. La loro voglia di giocare emerge di più, anche se è giusto che gli allenatori facciano delle scelte a prescindere dall’età. Ci sono dei gruppi che fanno dell’esperienza la loro arma migliore: la Lazio è metà e metà, abbiamo giocatori d’esperienza e giovani fortissimi”.
Infine un commento sull’infortunio di Zaniolo: “Stavo guardando la partita, per queste situazioni non esiste colore della maglia che tenga. L’ho conosciuto in un piccolo stage della Nazionale, mi dispiace molto e non trovo neanche le parole. Spero si possa riprendere presto. Gli faccio un grosso in bocca al lupo”.
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