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na Lazio ancora alla ricerca del suo posto nel mondo delle grandi della Serie A, tornata faticosamente nella massima serie dopo gli affanni degli anni ottanta. Sicuramente il presidente Calleri sperava in qualcosa di più, ma la stagione del grande ritorno è piena di ansie per una Lazio che in maniera insperata si troverà a raccogliere 5 punti in tre partite contro Pisa, Fiorentina e nel derby contro la Roma, due vittorie ed un pareggio che si riveleranno decisivi a fine campionato.
A togliere le castagne dal fuoco in un caldissimo pomeriggio di maggio, nella penultima esibizione della storia laziale nel vecchio Olimpico, è sempre lui. Ruben Sosa, capace di entrare nei cuori laziali al pari dell’uomo derby Di Canio in una stagione in cui la Lazio mette in soffitta definitivamente gli idoli degli ultimi quindici anni. Giordano dopo i trionfi al Napoli è ad Ascoli, Manfredonia addirittura alla Roma, Vincenzo D’Amico ha chiuso la carriera a Terni.
Ora ci sono tre sudamericani, Gutierrez, Dezotti e Sosa, ad aprire l’epopea laziale degli stranieri, che aveva vissuto lampi iniziali poco gloriosi con Batista e Laudrup. L’uruguagio non tradisce, Fiorentina colpita dal dischetto ad inizio ripresa, ed il mattone più pesante per la salvezza viene finalmente posato.
Fabio Belli
IL TABELLINO
21 maggio 1989, LAZIO-FIORENTINA 1-0
Marcatori: 57′ Sosa (rig).
LAZIO: Fiori, Monti, Beruatto, Acerbis, Gregucci, Gutierrez, Di Canio, Dezotti (75′ Di Loreto), Muro, Sclosa, Sosa (89′ Rizzolo). A disposizione Martina, Di Biagio, Ercoli. Allenatore Materazzi.
FIORENTINA: Pellicanò (25′ Landucci), Calisti, Carobbi, Battistini, C.Pin, Hysen, Salvatori, E.Cucchi, Pellegrini II, Baggio, Di Chiara II. A disposizione Bosco, Perugi, Secci, Centrone. Allenatore Santarini, Direttore Tecnico Eriksson.
Arbitro: Frigerio (Milano).