A
rrivato nell’estate del 1990 sulla panchina della Lazio, Dino Zoff lascia l’incarico (senza sapere che tornerà al timone in altre due occasioni) quattro anni dopo, con una Lazio cragnottiana ancora senza trofei ma con una consapevolezza completamente diversa rispetto a quando il Mito del calcio italiano si era seduto per la prima volta all’Olimpico.
La Lazio è già pronta ad abbracciare l’utopia zemaniana, ma per Dino l’appuntamento col commiato (a metà, perché resterà in società con la carica di presidente) è una festa finale con un pizzico di rimpianto per ciò che non è stato. Di sicuro quella che chiude un campionato ancora una volta troppo ricco di alti e bassi, seppur già di alto livello, è più che mai la Lazio di Beppe Signori, che in quella passerella a Marassi realizza una doppietta che gli consegna per il secondo anno consecutivo il trono dei bomber.
Partita divertentissima con sette gol e la Lazio che torna ad espugnare la Marassi blucerchiata dopo molto tempo. Un successo che vale il terzo posto, anche se la differenza reti privilegerà la Samp nella graduatoria finale. Ma il massimo della suggestione sarà trovare dall’altra parte quello Sven Goran Eriksson che, con Zoff dirigente, sei anni dopo conquisterà il secondo scudetto della storia della Lazio. Ma questo, davvero, ancora nessuno lo sa.
Fabio Belli
IL TABELLINO
SAMPDORIA – LAZIO 3-4
Marcatori: 21′ Casiraghi, 23′ Corino(aut), 54′ Lombardo, 59′ Dall’Igna (aut), 64′ Signori, 68′ Bertarelli, 70′ Signori.
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini (46′ Dall’Igna), Serena, Gullit, Rossi, Sacchetti, Lombardo, Jugovic, Platt, Bertarelli (76′ Amoruso), Evani. – A disp. Nuciari, Bucchioni, Bellucci. All. Eriksson
LAZIO: Marchegiani, Corino (57′ Luzardi), Negro, Bacci, Bonomi, Favalli, Fuser, Boksic, Casiraghi, Winter (76′ Di Mauro), Signori. – A disp. Orsi, Nesta, Sclosa. All. Zoff.
Arbitro: Treossi (Forlì)