L’11 settembre del 1978 nasceva a Belgrado Dejan Stankovic, uno degli eroi di quella Lazio, forgiata dal presidente Sergio Cragnotti, che tra la fine del secolo scorso e gli inizi di quello in corso diedero lustro e visibilità alla società biancoceleste portandola in poco tempo sul tetto del mondo. Il giovane biancoceleste venne acquistato dalla Stella Rossa. Grazie ad un’offerta di 24 miliardi di lire il serbo raggiunse la Capitale, operazione con la quale l’allora presidente biancoceleste beffò i rivali giallorossi, sicuri di avere in mano il giocatore. Tra le fila della compagine biancoceleste, allenata da Sven Goran Eriksson, il serbo si mise in mostra riuscendo a ritagliarsi uno spazio importante grazie alla sua caparbietà e a un gran tiro dalla distanza. La sua presenza risultò fondamentale in campo, gli inserimenti da dietro del centrocampista erano una minaccia continua ed assidua nell’area avversaria. Importante per il suo ambientamento e per l’escalation in squadra fu la presenza di un altro grande serbo, Sinisa Mihajlovic. Sinisa svezzò il giovane serbo e lo aiutò a crescere giorno dopo giorno. Dejan tuttora lo considera un fratello più grande. Nel corso delle sei stagioni in cui ha indossato la maglia biancoceleste, Stankovic è sceso in campo 207 volte realizzando 34 reti. Tanti i successi raccolti con la società biancoceleste, nel suo palmares romano la conquista della Coppa delle Coppe, nell’ultima edizione della competizione europea nel 1998-1999, 2 Supercoppe Italiane (nel 1998 e nel 2000), la Supercoppa Uefa nel 1999 e lo Scudetto e la Coppa Italia nella stagione 1999-2000.
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