Una Supercoppa italiana contro la Juventus e la Coppa Italia di due settimane fa con l’Atalanta. Inzaghi è l’allenatore biancoceleste più vincente dopo Eriksson e ha il diritto di pretendere uno sforzo da parte della società sul mercato.
Che Simone Inzaghi sia laziale non lo scopriamo certo oggi. La sua reticenza nel proseguire con la squadra del suo cuore non può essere collegata certamente a un mero fattore economico. Il mister piacentino si rende conto che la Lazio è a un bivio: alcuni giocatori partiranno perché hanno bisogno di cambiare aria e quindi c’è bisogno di un rinnovamento della rosa con pedine all’altezza. Le voci sulle cessioni di Milinkovic e Luis Alberto non possono far dormire sonni tranquilli al tecnico senza avere la certezza di rimpiazzi di qualità.
Bene quindi il fatto che Simone batta i pugni: solo lui che è laziale di dichiarata fede può cercare di far comprendere a Lotito e Tare che c’è bisogno di investire in calciatori affermati che conoscano il calcio italiano. Non è un caso che le richieste di Inzaghi siano due terzini come Ansaldi e Izzo di 32 e 28 anni pronti per un instant team. Non così la visione della società che punterebbe su giocatori giovani da rivendere in futuro. Ecco allora che tutti i laziali dovrebbero sperare nella riconferma del mister piacentino perché questo vorrebbe dire che, per la prima volta in 15 anni di presidenza Lotito, qualcuno lo ha fatto finalmente ragionare.
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CORREA MIGLIOR GIOCATORE DI MAGGIO