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Scontri Atalanta Lazio: parla il comandante ferito

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SCONTRI ATALANTA LAZIO Prima dell’inizio della finale tra orobici e biancocelesti si sono registrati diversi scontri nei pressi dello stadio. Vittima degli incidenti il comandante Ugo Esposito, classe 1964, piemontese. In Guardia di Finanza fino al 1991 per poi passare alla polizia municipale a Roma 4 anni fa per guidare il III gruppo (Nomentano). Dopo essere passato per il Ministero della Difesa è diventato comandante del XV (Roma Nord) nel cui territorio rientra lo stadio Olimpico. Ieri sera si è trovato circondato da una trentina di incappucciati che hanno assediato la sua auto.  In attesa di essere medicato al pronto soccorso del Gemelli racconta quanto successo: «Sono stato centrato in pieno da una molotov, mi ha colpito un orecchio destro, sto sanguinando. Siamo stati circondati e hanno lanciato di tutto dentro l’auto, varie molotov. I sedili hanno preso fuoco. Siamo dovuti fuggire».  Cosa è successo? «Ero su un’auto di servizio senza sigle, ma con la paletta in mano. Una Opel Mokka. Eravamo insieme alla Polizia di Stato, vicino allo stadio per sorvegliare l’afflusso. In macchina con me c’era l’autista e, dietro, una funzionaria».  Sembrava tutto tranquillo? «Sì, ma all’improvviso è arrivato un gruppo, saranno stati una trentina, incappucciati. Hanno iniziato a lanciare di tutto, fumogeni, molotov, pietre. Noi avevamo il finestrino abbassato perché stavamo, con la paletta, regolando il traffico. Alcune molotov sono entrate dentro e la nostra macchina ha preso fuoco».  Siete rimasti isolati? «Solo per pochi secondi: quando la situazione è diventata tesa, abbiamo cercato di fare defluire tutti i tifosi che non c’entravano con gli scontri. Ma così, spostandoci con la macchina per aiutare le persone, ci siamo trovati circondati. Per fortuna siamo riusciti a scendere in tempo e vicino a noi c’erano anche i reparti mobili della polizia. Io sono rimasto ferito all’orecchio. Ma a causa del fumo abbiamo anche rischiato l’intossicazione. Tutto repentino, tutto in un attimo».

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