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LAZIO E’ Caicedo l’arma in più per il rush finale?

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LAZIO E’ Caicedo l’arma in più per il rush finale? Con Immobile fuori giri, l’apporto in zona gol dell’ecuadoregno può essere determinante.

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LAZIO E’ Caicedo l’arma in più per il rush finale? Immobile sta attraversando un periodo di appannamento, allora tocca all’ecuadoregno trascinare la squadra sul piano offensivo. L’ultima scossa il ragazzo l’ha fornita contro l’Udinese: un movimento tra le linee cui, dopo un controllo un pò difettoso, è seguita una staffilata sul palo interno da posizione defilata per l’1-0. Una rete insomma non delle più facili, con cui il Panterone sta cercando di scacciare dalla mente sua e del popolo biancoceleste quell’erroraccio a Crotone. Unico neo durante tutta la stagione passata, ma tanto (forse) bastò per salutare alla fine amaramente l’obiettivo più ambito. I tifosi di certo non gliel’hanno perdonato, e allora è toccato a lui rialzarsi e ricominciare da capo.

Ce n’è voluto però: in mezzo, un’estate con la valigia in mano, mentre la Lazio si affannava alla ricerca di un vice-Immobile. Un ruolo pesante, come l’ombra di un bomber tanto grande: forse troppo per lui. Ma ecco che all’improvviso arriva inaspettato il colpo di scena: più che pesante, infatti, il ruolo forse era diventato troppo comodo. Troppo facile. E Felipe ci si è adagiato praticamente senza colpo ferire. Come se non ambisse togliersi di dosso l’etichetta di ‘sostituto di’ e trasformarsi in una prima scelta. E così, mentre Ciro si prendeva il trono dei cannonieri, lui rimaneva lì, nel limbo, ad aspettare la sua occasione a risultato acquisito e dunque senza pretese.

La prima volta che era stato responsabilizzato, complice l’infortunio di Immobile a Torino, aveva retto appena due gare, crollato miseramente in quel di Crotone. Ma una nuova occasione per disfare quella valigia già pronta e superare i dubbi dell’ambiente era lì dietro l’angolo. A fornirgliela stavolta è lo stentante Luis Alberto: contro il Genoa, alla prima da titolare in campionato, mette a segno il gol vittoria, uscendo poi fra gli applausi dell’Olimpico. È l’inizio di qualcosa, il ribaltamento di una storia: ora Inzaghi gli dà fiducia, schierandolo spesso titolare in coppia proprio con bomber Ciro.

E con il botto si chiude anche il 2018, con il graffio al Marsiglia, il raddoppio in una delle partite più belle della stagione. Poi, nell’anno nuovo, la conferma di un cambiamento. Chiamato in causa per l’emergenza infortuni, il Panterone non si fa pregare: FrosinoneEmpoliRoma e infine Udinese, le ‘vittime’ messe in fila. Segnando contro ognuna il gol che apre e chiude (con i tre punti) la gara. Un dato che lo erge a vero e proprio talismano della rosa di Inzaghi. Come l’araba fenice, l’ecuadoregno è risorto dalle proprie ceneri e ora il peso dell’ultimo passo della stagione può essere messo anche sulle sue spalle. Merito di gol pesanti, segnati in un momento di estremo bisogno della squadra, ma anche di un’importanza primaria a livello tattico. Di lui ora Inzaghi può servirsi per cambiare le partite e creare gioco, sfruttando il suo lavoro in sinergia con tutto il potenziale offensivo. Doti quasi più da regista che da semplice boa. Sono state loro a riconsegnargli le chiavi della Lazio e dovranno essere ancora loro a dargli forza per il grande compito che l’attende. Sopperire all’appannamento di Immobile e tingere di quante più soddisfazioni possibili queste ultime settimane di competizione.

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