Lucio Battisti è stato per noi italiani quello che a livello di popolarità sono stati i Beatles per gli inglesi. Inizia come chitarrista nei “Campioni”. Nel 1965 incontra il grande Mogol. Da quell’incontro nasce l’epoca di Battisti perché il binomio con il famoso paroliere divenne leggenda. Un’infinità di brani, uno più bello dell’altro. “Dieci ragazze”, “Acqua azzurra, acqua chiara”, “Emozioni”, “Mi ritorni in mente”, “Il tempo di morire”, “La canzone del sole”, “Il mio canto libero”, “Una donna per amico”, “Un’avventura”, e tante altre. Così tante che non basterebbe un fiume di inchiostro per elencarle tutte. Ma la musica non è la sua unica passione. Ce n’è anche un’altra: la Lazio. Non sono moltissime le testimonianze in tal senso.
Ma a conferma di ciò arrivano le parole del padre di Battisti. Interrogato sull’argomento dichiarò: “Lucio era un grande tifoso della Lazio e spesso andava allo stadio senza farsi riconoscere”. Lucio Battisti, nacque a Poggio Bustone il 5 marzo 1943. Ci ha lasciato il 9 settembre 1998 all’ospedale San Paolo di Milano dove si trovava ricoverato.
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