LAZIO Serve un altro atteggiamento per ripagare dei tifosi splendidi.
LAZIO Serve un altro atteggiamento per ripagare dei tifosi splendidi. Sono stati loro infatti i veri, unici vincitori della gara di ieri con il Sassuolo. Arrivati in mille circa, hanno colorato la serata del Mapei Stadium con i loro cori, assordanti e incessanti (roba da far sembrare la gara quasi giocata all’Olimpico). Ma soprattutto con la coreografia (magica) per Gabriele Sandri, dedica nell’undicesimo anniversario della morte. Certo, il tutto è stato ‘avvantaggiato’ dalla sparuta presenza dei supporters locali, ma è stato comunque un bello spettacolo. Che difatti ha ricevuto gli applausi di tutto lo stadio.
Uno spettacolo sugli spalti cui però solo a tratti è corrisposta in campo un’adeguata prestazione da parte della squadra. Alla fine infatti i biancocelesti hanno portato a casa solo un pareggio. Il primo in questa stagione e da sei mesi a questa parte (l’ultimo era arrivato alla penultima dello scorso anno, 2-2 contro il Crotone allo Scida, lo scorso 13 maggio). Un peccato, perché con una vittoria gli uomini di Inzaghi avrebbero potuto portarsi a -1 dal 3° posto occupato dall’Inter (sconfitta 4-1 nel ‘lunch match’). Ma purtroppo anche a Sassuolo si è vista la solita Lazio, che, quando ha l’occasione di fare un salto in avanti, la fallisce sempre.
A mancare stavolta, come in altre occasioni, l’atteggiamento giusto per far propria la posta. Non tanto nel primo tempo, dove anzi la Lazio era stata addirittura cinica a trovare subito il vantaggio. Sfortunatamente però una disattenzione in difesa (forse l’unica nell’arco dei 90′) e un paio di occasioni fallite (una clamorosa con Immobile, un destro bomba che coglie solo il palo) le hanno impedito di chiudere avanti i primi 45′. E’ invece soprattutto nella ripresa che i biancocelesti sono calati e non hanno avuto la forza di arrivare al guizzo vincente. Colpa di una tattica fin troppo attendista: più che offendere, si è preferito più che altro contenere le folate degli agili esterni neroverdi. Atteggiamento lecito, per carità, ma che in fin dei conti sa tanto di volersi accontentare. Della serie “meglio solo un punto che esporsi e perdere prendendo un imbucata”.
Certo, la Lazio a tornare avanti ci ha pure provato, ma per una serie di ragioni non ci è riuscita. In primis, la bravura dei difensori neroverdi (Magnani e Ferrari su tutti). Ma soprattutto le forze fisiche, venute meno col passare dei minuti dopo le fatiche contro il Marsiglia. E tanto per non farsi mancare nulla, a ‘infierire’ ci si è messo anche l’arbitro, con alcune decisioni discutibili. Una su tutte, il fallo su Correa incredibilmente ‘scambiato’ per simulazione. Al quale nel computo si aggiungono alcune punizioni dal limite per il Sassuolo che definire ‘regali’ è un eufemismo. Ma lungi da noi far passare tutto questo come alibi. La Lazio aveva il dovere (e la possibilità) di fare di più.
Adesso per fortuna ci sarà questa lunga sosta, con cui si potrà ritrovare nuova energia. E ce ne sarà bisogno, perchè alla ripresa all’Olimpico arriverà il Milan. Una big (anche se decaduta), che la Lazio dovrà battere (per la prima volta in stagione) per iniziare a diventare anch’essa una big. Lo scontro sarà dunque importante, per questo ma anche (e soprattutto) per valutare la validità delle ambizioni Champions. Ieri infatti i rossoneri, battendo in casa la Juve, avrebbero addirittura sorpassato i biancocelesti al quarto posto. Per fortuna così non è stato: gli uomini di Gattuso sono stati travolti 2-0 e la Lazio ha mantenuto la propria posizione. E ora, nello scontro, ha una grande occasione per tirare un solco.
Per riuscirci, servirà tutt’altro atteggiamento rispetto a quello visto ieri. Servirà una Lazio in grado di sfruttare dai guai degli avversari. Che arriveranno a Roma decimati, tra infortuni (Biglia, Caldara, Musacchio) e squalifiche (Higuain). Non dovranno lasciarsi impietosire i biancocelesti, che invece dovranno colpire senza pietà, come hanno dimostrato di saper fare. Possibilmente senza lasciare nemmeno un minuto per strada. Le gare fin qui giocate hanno infatti dimostrato che la Lazio non è squadra che sa gestire, ma che riesce a vincere solo attaccando incessantemente dall’inizio alla fine. E’ questo che dovrà fare il prossimo 25 novembre. E, al di là che porti o meno alla vittoria, sarebbe l’unico modo per ripagare degnamente la bellezza dei 1000 del Mapei.
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