EINTRACHT LAZIO Oltre la sconfitta l’infamia di picchiare una famiglia: il racconto di un padre biancoceleste presente a Francoforte.
EINTRACHT LAZIO Oltre la sconfitta l’infamia di picchiare una famiglia. Non è bastato il risultato negativo della partita. A rendere un incubo la serata biancoceleste a Francoforte ci sono messe alcune disavventure capitate ai tifosi sulla strada del ritorno. Con gesti che definire infamanti sembra un eufemismo. Sentite il racconto che ha fatto ai nostri microfoni un sostenitore presente ieri alla Commerzbank Arena.
“All’uscita dello stadio, cioè dopo 30 minuti circa, siamo stati scortati dalla polizia fino alla stazione. Siamo passati per un bosco buio illuminato con fari messi appositamente per noi tifosi laziali, e fin qui tutto ok. Io insistentemente chiedevo alla polizia che non dovevo andare in stazione perché ero in macchina, ma non hanno voluto sapere nulla. Ci hanno portato fino lì perché così era stato deciso per ordine pubblico. Da li, dopo che ci hanno lasciati, ci è voluta quasi 1 ora e mezza, tutta a piedi, per arrivare a riprendere la macchina. Ma la cosa più brutta è che mentre camminavamo, siamo stati raggiunti da un gruppo numeroso di persone italiane, con l’accento del nord Italia. I quali hanno cominciato a tirare calci e pugni verso di me, mio figlio e mio nipote, entrambi sui 20 anni. Aggiungo che mio figlio non è nemmeno tifoso della Lazio, ma ha voluto comunque accompagnarmi in trasferta. Gli uomini ci hanno colpiti diverse volte alle spalle con calci e pugni, ma per fortuna senza gravi conseguenze, a parte un paio di occhiali rotti. Non può esistere oggi una cosa simile. Abbiamo chiesto aiuto alla polizia tedesca e loro se ne sono fregati di tutto. Sono molto amareggiato, dopo 1400 km per seguire la mia Lazio, non per il risultato che alla fine ci può anche stare ma da quello che è successo dopo“.
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