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Francesco Moser, il ciclista italiano più vittorioso

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Il 19 giugno 1951 nasce a Palù di Giovo, piccolo paesino in provincia di Trento, Francesco Moser. Durante la storia del ciclismo italiano è il corridore più vittorioso di sempre. Tra i corridori più forti negli anni ’70 e ’80, con 273 vittorie su strada risulta il ciclista italiano con il maggior numero di successi: quinto assoluto a livello mondiale. Quando era in attività ha vestito le più prestigiose maglie delle gare a tappe. Nonostante i limiti sulle grandi salite Moser si è imposto grazie alla sua combattività e alla capacità di gestire la squadra. Proprio per questa dote da leader era stato soprannominato “lo sceriffo”. Nato in una famiglia di ciclisti (tre dei suoi undici fratelli sono tutti ciclisti professionisti) a tredici anni lascia la scuola per lavorare nei campi vicino casa. A 18 inizia a dedicarsi al ciclismo. Nei dilettanti corre per la squadra della Bottegone. Prima prende parte alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e poi dall’anno successivo passa al professionismo. Nel 1975, in solo due anni, si laurea campione italiano a Pescara, sul circuito del Trofeo Matteotti.

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Forte del giro di Lombardia appena vinto Moser a 24 anni, nel 1975, partecipa al Tour de France, vincendo il prologo di Charleroi e la tappa di Angouleme. Per una settimana indossa la maglia gialla. I suoi attacchi nella prima fase della corsa mettono in crisi Eddy Merckx, che sulle Alpi è costretto a cedere il Giro a Bernard Thevenet, mentre in Francia Moser diventa un idolo. Nel 1976 partecipa ai mondiali di Ostuni arrivando secondo nella prova su strada dietro al belga Maertens; nella gara di inseguimento su pista Francesco conquista la medaglia d’oro. L’anno dopo a San Cristobal, in Venezuela, conquista la maglia iridata di campione del mondo. Con questa maglia addosso nel 1978 raccoglie 39 vittorie, di cui la prima delle sue tre consecutive Parigi-Roubaix. Nel 1984 a Città del Messico batte il record dell’ora (massima distanza percorsa in un’ora) frantumando quello di Eddy Merckx, che durava da dodici anni. Il 19 gennaio montando una nuova bicicletta con ruote lenticolari stabilisce il record con 50,808 km; migliorandolo dopo solo quattro giorni portandolo a 51,151 km. Sempre nello stesso anno utilizza questa particolare bicicletta al Giro d’Italia: nell’ultima tappa, una gara a cronometro, Moser riesce a colmare lo svantaggio che ha in classifica nei confronti del francese Laurent Fignon e si aggiudica il Giro. Il suo grande rivale è stato Giuseppe Saronni. Nel settembre del 1987, al Trofeo Baracchi, corre la sua ultima gara.

Dopo il ritiro dall’attività si è dedicato alla campagna trentina che conosce tanto bene diventando produttore di vino e coltivatore di mele. Resta legato al mondo del ciclismo come collaboratore de La Gazzetta dello Sport, società organizzatrice del Giro d’Italia, e con un’attività nel campo della produzione di biciclette. Si è anche dedicato alla vita politica ricoprendo vari ruoli nell’amministrazione della Provincia di Trento. Nel 2001 si è candidato alla presidenza della Federazione Ciclistica Italiana.

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