Con il calciomercato in pieno svolgimento e le voci di acquisti e cessioni che si rincorrono di ora in ora, la nostra redazione ha contattato Sokol Haxhia, agente Fifa di origini albanesi, talent scout di molte giovani promesse e grande esperto di mercato, nonché vicino agli ambienti della sua Nazionale
C
on il calciomercato in pieno svolgimento e le voci di acquisti e cessioni che si rincorrono di ora in ora, la nostra redazione ha contattato Sokol Haxhia, agente Fifa di origini albanesi, talent scout di molte giovani promesse e grande esperto di mercato, nonché vicino agli ambienti della sua Nazionale
Haxhia, che idea ha della situazione del mercato delle squadre italiane e, in particolare, di quello della Lazio, anche in luce della mancata qualificazione alla Champions?
“Secondo me la Lazio è stata la sorpresa dello scorso campionato e non ce l’ha fatta solo per differenza reti. Ma se si fosse parlato ad agosto, a inizio campionato, di un cammino simile e che facesse gli stessi punti dell’Inter dei grandi investimenti, di Spalletti, di Sabatini, di Suning… la Lazio ha fatto una cosa straordinaria. Va visto anche l’aspetto economico: i soldi arrivano sia perché entri in delle competizioni, ma anche perché sai fare degli investimenti e la Lazio ne ha fatti moltissimi. Non posso scordare quello che hanno fatto per Strakosha, quasi scartato alla Salernitana dopo il prestito e ora con delle ottime quotazioni mercato. Stesso discorso per Milinkovic-Savic. Calciatori presi a un prezzo bassissimo e che oggi valgono delle cifre molto importanti. Occorre valutare anche il gran lavoro di Inzaghi, che seguivo già dalla Primavera e che, se la Lazio avesse centrato la zona Champions, addirittura lo si sarebbe potuto perdere perché ricercato da altre squadre. Quindi sarà un mercato, credo, come sempre oculato”.
Cosa pensa del suo connazionale, Igli Tare?
“Sembra che sia di parte, ma il suo lavoro è sotto gli occhi di tutti. Va detto però che, dietro un grande ds, deve esserci sempre un grande presidente. Lotito, anche se non sarà popolarissimo agli occhi dei tifosi, è uno dei pochi che sa fare veramente calcio in Italia. Tare è partito come uno sconosciuto: Lotito lo ha messo lì e gli ha costruito un ruolo su misura. Gli ha fatto fare le ossa, inserendolo in un ambiente dove lui ha tanti collaboratori. Da tempo fa delle ottime cose, anche se all’inizio non aveva alcuna esperienza in merito. Nei primi anni sembrava facesse tutto il presidente, poi ha capito che Igli è uno in gamba. Su questo la Lazio è una società da prendere come esempio, nonostante i tifosi biancocelesti siano sempre molto esigenti. Bisogna comprenderne la solidità, considerando che squadre più blasonate non sanno cosa succederà da lì a pochi mesi”.
Ci può indicare qualche talento che segue in questo momento? La Lazio sta trattando fortemente Durmisi
“Conosco questo calciatore che è di origine albanese, sebbene abbia passaporto danese. È secondo me un giocatore che in un ambiente come quello laziale può solo crescere. È un terzino di fascia, che può giocare sia in una difesa a 4 che in un centrocampo a 5. E’ abituato a macinare chilometri. L’unica pecca che gli si può trovare è forse l’altezza, che però è una sorta di abitudine ‘italiana’, perché qui una linea difensiva usuale è dagli 1.85 in su, mentre Durmisi e sul metro e 75. Questa cosa però lo aiuta nella mobilità: sa guadagnare il fondo senza problemi, oltre che riuscire ad arginare gli attaccanti esterni, grazie al suo grande dinamismo. Se la Lazio lo prenderà, farà un buon affare, anche se dovrà superare un altro forte concorrente: il Liverpool. Vi do questa notizia in anteprima, visto che sono stato contattato ieri da un mio collega agente inglese, che mi chiedeva notizie in merito”.
Cosa manca oggi all’Albania dopo i grandi progressi degli ultimi anni?
“Il calcio albanese ha fatto grandi progressi, ma il campionato e le scuole calcio in Albania non sono ancora adeguate a tirar fuori un ragazzo per portarlo in una Primavera, ad esempio, in Italia. I calciatori più promettenti dell’Albania, sono perciò figli di immigrati in Italia o in Germania, cresciuti e formati in questi Paesi. Faccio l’esempio di Emanuele Ndoj del Brescia, nato in Italia da genitori albanesi e già titolare nell’Albania. Perciò, i giocatori titolari nella propria Nazionale, salvo pochi, giocano col contagocce nelle squadre di club, mentre alcuni sono in campionati minori. E quando ti manca il minutaggio o la competitività del campionato, contro gli avversari di livello è molto difficile. Il movimento calcistico albanese, in ogni caso, è sempre più in crescita”.
Diego Di Giuseppe
LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE DELL’ARTICOLO È CONSENTITA PREVIA ESPRESSA CITAZIONE DELLA FONTE LAZIOCHANNEL.IT