In vista del rush finale per la Champions, l’ex biancoceleste Giuseppe Papadopulo avverte la Lazio.
Solo un pari ieri contro l’Atalanta per la Lazio, che vede ora l’Inter avvicinarsi al suo quarto posto. Appena due i punti che separano, a 180′ dal termine, le due squadre, attese all’ultima giornata dallo scontro diretto all’Olimpico. Proprio in vista di questo rush finale Champions, l’ex biancoceleste Giuseppe Papadopulo avverte la Lazio: “Detto in termini un po’ toscani – le parole a ‘Elleradio’ – la Lazio sta tirando la carretta da inizio campionato e ora sta accusando un po’ la stanchezza. C’è da considerare anche lo spessore tecnico dell’avversario che aveva di fronte, contro questa Atalanta un pareggio così vale come una vittoria. Credo che abbia la forza per ottenere il suo obiettivo anche se in questo momento secondo me è più difficile giocare a Crotone che contro l’Inter all’ultima giornata“.
VERSO LO SCIDA
“La Lazio in casa concede pochissimo ma ci poteva stare un pareggio, ma anche una vittoria pur con un’Atalanta forte, considerando il valore dei biancazzurri. Ora c’è da proiettarsi anima e corpo in questi ultimi due incontri: ho allenato a Crotone un anno e so bene cosa la piazza può dare alla squadra, quindi l’impegno più difficile sarà quello dello Scida. Domenica servirà la decisione necessaria per avere la meglio su un campo infuocato, facendo valere la propria qualità tecnica. In questa stagione mi hanno impressionato molto De Vrij, Strakosha e Milinkovic-Savic tra le fila della Lazio, hanno fatto la differenza soprattutto per l’equilibrio e la continuità che hanno saputo dare alla squadra“.
ANDERSON
“E’ un giocatore dotatissimo, madre natura gli ha regalato un grande talento. Deve però saper dimostrare di aver assimilato quegli insegnamenti che l’ambiente gli ha impartito nelle sue stagioni alla Lazio. Se modificasse il suo carattere diventerebbe un giocatore di livello mondiale, ormai gli insegnamenti li ha ricevuti, è lui che deve dimostrare di poter diventare un campione assoluto“.
RICORDI
“Quello più bello legato alla Lazio è sicuramente il derby del 6 gennaio 2005 vinto 3-1. Ci davano tutti per morti, tentavano di indovinare con quanti gol di scarto gli avversari avrebbero ottenuto la vittoria, e invece trionfammo e la settimana dopo andammo anche a vincere a Firenze. Fu la base per la rinascita di questa squadra. Amerò sempre la Lazio per quello che mi ha dato da allenatore prima e da giocatore poi, questa maglia non l’ho tolta mai di dosso“.
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