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Nazionale Ventura racconta tutto: “Al Mondiale non sarei andato”

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Nazionale Ventura è stato cacciato dopo che l’Italia non è riuscita ad accedere al Mondiale Russia 2020 

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urtroppo l’Italia non è riuscita ad approdare al Mondiale per via di qualche partita sbagliata, compreso lo spareggio diretto contro la Svezia. Nazionale Ventura è stato cacciato dopo questa partita che ha fatto indignare i tifosi italiani che credevo nella vittoria e nella possibilità di partecipare al Mondiale. Le sue parole al “Che tempo che fa” programmi di Fazio:

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“Prima della partita con la Spagna, avevamo numeri importanti e siamo arrivati lì con un ottimo vantaggio. Però c’erano solo due possibilità: vincerla o andare agli spareggi. Subito dopo la sconfitta c’è stata una polemica molto avanzata nei miei confronti, alla fine era solo la prima sconfitta in un anno, in molti hanno chiesto subito le mie dimissioni. C’è stata una deligittimazione esterna su di me, che ha condizionato la gara e anche interna. Il progetto prevedeva la presenza di Lippi come direttore tecnico e come tutor ed io sono rimasto senza rete in un ruolo che non conoscevo. Avrebbero potuto saperlo prima, per un anno ho fatto sia il ct che il direttore tecnico. Nel momento in cui sarei dovuto essere investito ufficialmente, poi improvvisamente ha deciso di nominare Ulivieri. Questa è una delegittimazione”.

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“Dopo la gara con Israele, successiva a quella con la Spagna, mi sarei dovuto dimettere, perccé tutto lo stadio fischiava la Nazionale. Mi sono dimesso dopo la partita con la Macedonia. Aveva presentato le mie dimissioni ai dirigenti, dicendo che serviva qualche altra persona che potesse portare serenità, perché era un clima devastante. Le mie dimissioni, comunque, non erano state accettate. Ma avevo già deciso che anche se anche se ci fossimo qualificati, non sarei andato ai mondiali. Non mi sono dimesso dopo la Svezia perché sarebbe stato come ammettere di essere l’unico responsabile di una disfatta che ha anche altri padri. Sono diventato il capro espiatorio di tutti i mali del calcio. Mi sono messo nei panni degli italiani e so che stanno soffrendo, ma passerà. A me, invece, non passerà mai. Faccio un in bocca a lupo a Mancini di cuore affinché possa essere messo nelle condizioni di poter lavorare in una maniera corretta e di poter aver a che fare con persone che dicono quello che pensano. Ora voglio rimettermi in gioco e dare delle risposte sul campo”.

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