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CURVA NORD Diabolik: “Tutti allo stadio basta essere economisti e tecnici”

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Arriva un messaggio dalla Curva Nord Diabolik carica l’ambiente per “Di Padre in figlio” e tira le orecchie ai giornalisti che non fanno il bene della Lazio. 

CURVA NORD Diabolik ha parlato in una diretta Facebook: “Di Padre in figlio è importante per riportare la tifoseria a quello che è sempre stata. Noi ci siamo sempre presi le nostre responsabilità: abbiamo voltato pagina. Voltare pagina significa scrivere nuove storie. Non siamo andati né in Serie B o C anzi abbiamo cominciato il campionato nel migliore dei modi vincendo una Supercoppa. E’ giusto essere depressi e incazzati per come è andata l’ultima partita però se siamo noi che cominciamo a trasmettere questa depressione all’ambiente non andiamo da nessuna parte. Tra un mese e mezzo il campionato riparte: noi siamo i primi che dobbiamo trasmettere la voglia di lottare tutti insieme. In Serie A non sono tutte la Juve: gli appuntamenti come di “Padre in figlio” sono un’occasione per ritrovarsi tra amici e ripartire ad agosto con gli stessi propositi. Dobbiamo trasmettere ai giocatori che ci sono e a quelli che verranno la lazialità che, diciamocelo, è andata persa in questi anni anche per colpa nostra. Questa è una città che partorisce romanisti, il sistema calcistico preferisce la Roma. Oggi il tifoso è diventato economista, giornalista, tecnico: gli Irriducibili sono nati in Serie B. Solo la Juve dovrebbe avere i tifosi allora: solo lei e poche altre alzano sempre i trofei”. 

CASO DE VRIJ

“Lotito ha fatto giocare De Vrij di proposito per non andare in Champions? Queste affermazioni non le comprendo. A conti fatti abbiamo perso tanti milioni: circa 35-40 con il quarto posto per non parlare degli sponsor. In tutto sono circa 80-90 milioni: Lotito aveva i soldi per pagare i premi partita ai giocatori. Inoltre il girone di Champions ti dà la possibilità di scendere anche in Europa League. Penso che il primo ad essere arrabbiato è proprio Lotito e poi i giocatori”.

LA STAMPA DI PARTE 

“Certa stampa continua a dare ceduto Immobile, Inzaghi aveva già firmato per il Napoli. Ogni giorno c’è un giocatore venduto. Questa comunicazione vuole male alla Lazio, non vede l’ora di dire “io l’avevo detto” ma a noi non possono dirci nulla. Se sbagliamo è perché qualcosa l’abbiamo fatto. Continuate a seminare depressione invece di parlare di una tifoseria che sono 11 anni che non vince nulla. Noi dovremo andare fieri dei nostri trofei e di quello che gli abbiamo fatto passare. Siamo il loro incubo: invece alcuni laziali sono incubo di loro stessi. Noi siamo pronti a combattere per la Lazio indipendentemente se viene Ronaldo. Abbiamo vinto con giocatori molto meno forti di Ronaldo. Ci sono giocatori che sono dovuti andare a vedere l’immagini nostre su yuotube perché lo stadio era vuoto. Oggi è tutto diverso: c’è un rapporto con squadra e società. Io questa unione la proteggo, non me la faccio portare via da una stampa e un sistema di parte. Sono pronto a ripartire da 300: noi siamo questi”. 

DI PADRE IN FIGLIO

“Di Padre in figlio è nato con uno spirito, oggi si è evoluto: tra gli organizzatori ci sarà anche la SS Lazio. E’ normale che se avessimo giocato il giorno dopo potevamo avere tutta la squadra. Sicuramente ci sarà Ciro Immobile, Inzaghi e Lulic e tutti quelli che sono a Roma e non in vacanza. La vera novità è la presenza della società: quello che avviene anche in altre squadre, la normalità. Lo stesso è accaduto con i tifosi dell’Atalanta che hanno creato un happening annuale a prescindere dai risultati sportivi. Certi giornalisti che si definiscono laziali sono peggio dei romanisti: hanno ricevuto un no nel lavorare nella Lazio e poi il giorno dopo sputano veleno sulla squadra. Qui c’è gente che si definisce laziale e fa radio che io non ho mai visto allo stadio. Non dite che i laziali sono un milione: i laziali sono 15 mila, quelli che sono venuti sempre allo stadio non quelli venuti nell’ultima partita. Non siamo tutti uguali come tifosi: chi fa è più laziale di chi no fa. Il nostro orticello va coltivato: dobbiamo trasmettere dei valori alle nuove generazioni”.  

IL TIFOSO “OCCASIONALE” 

“Tifosi che portano negatività non ci servono: sono convinto che se fossimo stati 15 mila con l’Inter avremmo vinto. Questi portano iella. Dobbiamo stare allo stadio: poi ci lamentiamo dell’arbitro, della formazione ma sempre allo stadio. Siamo sempre stati in lite con i presidenti ma siamo sempre stati tifosi: abbiamo esagerato ultimamente. Non voglio essere difensore di Lotito: io sono stato il primo detrattore. Nell’anno di Cragnotti dopo lo scudetto abbiamo fatto 15 mila abbonamenti in meno, pochi erano tifosi in Champions League. Oggi dico che Cragnotti ha fatto bene a chiamarci clienti perché ci ha fatto uno squadrone e non abbiamo risposto. Il tifoso occasionale non è tifoso come noi: io la vedo in questo modo. Spero di tornare allo stadio ma adesso dovete portare avanti voi la lazialità. Non possiamo lasciare il campo agli altri. Se ci fosse stato dato il nostro dovevamo arrivare terzi poi la squadra in alcuni momenti ha sbagliato. Nei momenti più importanti abbiamo peccato di personalità. Lo stadio è uno spaccato della società: si vedono cose belle e brutte. Il quindicenne cresce lì dentro non su facebook o i social”. 

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