Ma quell’Immobile che con la Lazio segna a raffica è lo stesso rimasto a digiuno nelle ultime sei partite della Nazionale Italiana? Quel che è certo è che se è quello laziale con questo Ciro Immobile ogni sogno è lecito.
CON LA LAZIO IMPLACABILE
Dopo averlo visto sprecare occasioni contro l’Inghilterra e poi tornare implacabile in campionato dove è il re dei cannonieri con 26 reti in 27 partite sono in tanti a chiederselo. Con la Lazio è arrivato a 36 centri stagionali in 39 gare. La quarantesima questa sera all’Olimpico con il Salisburgo che non perde mai (una sconfitta, nell’agosto 2017 in 48 partite tra campionato e Coppe). E con questo Ciro Immobile ogni sogno è lecito. Visto che ci si trova l’attaccante biancoceleste punta anche al trono dei marcatori di Europa League. Il laziale è a quota 6 e il primo in classifica, Aduriz, è stato eliminato. Insomma in biancoceleste l’attaccante napoletano si scatena, è addirittura secondo dietro Salah nella Scarpa d’oro. Invece in Nazionale ‘la macchia della carriera’, come definisce il Mondiale perso, ancora fa male. In azzurro in un anno in dieci partite ha segnato appena due gol, all’Albania il 24 marzo 2017 e a Israele il 5 settembre. Poi il buio con la Svezia, le lacrime del Meazza, gli errori di Wembley.
LA DIFFERENZA
Il punto è che la Lazio gioca per lui. Ne sa valorizzare le qualità. Quando Immobile attacca lo spazio Luis Alberto gli mette la palla proprio sulla zolla giusta per piazzare il colpo vincente. Esemplare l’azione del gol decisivo allo Stadium con la Juve: lo spagnolo con un passaggio in verticale che diventa l’assist dei sogni premia lo scatto del compagno. L’intesa tra i due appaga senso estetico e necessità pratiche. Come riporta La Repubblica, Inzaghi si augura se ne accorga anche il Salisburgo. Anche Milinkovic sa lanciarlo come si deve, basta rivedere la magia di Ferrara. Il serbo oggi torna titolare, la corte di tanti top club fa piacere ma ora deve pensare solo alla Lazio, a servire Ciro il re del gol. Buono anche il feeling tra Immobile e Anderson, soprattutto in Europa League.
TUTTO POSSIBILE
Il fatto è che Inzaghi tra Anderson, Luis Alberto e Milinkovic ne fa giocare due e allora il brasiliano entrerà nella ripresa. Con compagni del genere il mestiere di centravanti diventa facile, mentre nella Nazionale, senza rifinitori di qualità, è il mestiere più difficile del mondo. Poteva aiutarlo Insigne, complice ai tempi di Pescara, ma al Meazza con la Svezia è rimasto in panchina e a Wembley era lontanissimo da lui. Quel che è certo è che l’Italia non gioca per Immobile. La Lazio invece lo esalta: “Qui sono felice, in campo ricambio l’affetto che ricevo”. Stasera ci saranno allo stadio 40mila persone. Mai così tanti in Europa League all’Olimpico. E sono 15 anni che la Lazio non gioca una semifinale continentale. Con l’Immobile versione biancoceleste però non esistono sogni impossibili.
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