L’attacco della Lazio si è fermato. Due partite di fila senza segnare. Questo il dato più allarmante delle ultime due sconfitte della squadra di Inzaghi.
ATACCO SPUNTATO
Strano per una compagine come quella biancoceleste che vanta il miglior attacco del campionato (64 reti totali). Meglio di Juventus (63) e Napoli (62). Eppure Immobile è sempre capocannoniere della serie A e candidato alla Scarpa d’Oro. Dopo aver fatto faville nella prima parte del campionato l’attacco della Lazio si è fermato. Qual è il problema? Casualità? Crisi vera e propria? La verità è che la luce che illuminava la via della rete è diventata più fioca.
IL DUALISMO LUIS ALBERTO – FELIPE ANDERSON
Per più di un girone si è parlato solo dell’imbucata di Luis Alberto per Ciro Immobile. Una specie di giocata alla playstation. Sempre uguale, Sempre letale. Nemmeno studiando le contromosse era possibile fermali. Merito di Simone Inzaghi che in estate aveva trasformato la sfortuna in fortuna. Il 31 luglio, durante la seconda parte del ritiro, Felipe Anderson si fece male nell’amichevole con il Leverkusen. La prima giocata da seconda punta dopo un’annata trascorsa a fare il quinto di centrocampo. Un ruolo che non ha mai sentito suo. «Voglio giocare in attacco», la richiesta fatta al tecnico che lo accontentò. Poi il ko e l’inizio del calvario che lo ha tenuto lontano dai campi per 128 giorni.
DA LUPO ALBERTO A MAGO IN POCHI MESI
La ‘fortuna’ di Inzaghi è stata che nello stesso periodo ci fu l’esplosione di Luis Alberto. L’oggetto misterioso si presenta ad Auronzo con spirito nuovo. Probabilmente l’iniziale concorrenza con Anderson ha fatto bene al fantasista. Prima regista al posto di Biglia, poi mezzala con l’arrivo di Leiva e infine alle spalle di Immobile. Inzaghi, come riporta Il Messaggero, aveva in casa un giocoliere dai piedi più che raffinati. Dribbling, assist e gol. Undici passaggi vincenti e 8 reti in 36 gare tra coppe e campionato. Immobile non può che ringraziare e abbracciare il compagno. Da Carneade a nuovo idolo dei tifosi laziali. L’esplosione dello spagnolo però non fa bene ad Anderson, già alle prese con il problema agli adduttori.
E NON SOLO
In biancoceleste c’è anche un altro talento giunto in estate: Luis Nani. Arrivato in pompa magna il portoghese trova poco spazio anche per via delle sue condizioni fisiche che non gli permettono di trovare continuità. Solo sei presenze e una rete nel 2017, e nessuna titolare. Un po’ meglio nel 2018, due centri e la prima da titolare contro l’Udinese.
LO SFOGO DI FELIPE ANDERSON
Quasi un girone passato a chiedersi come sarebbe stato averli tutti e tre a disposizione e ora che ci sono tutti Inzaghi probabilmente tornerebbe indietro. Questione di equilibri. Sottili, sottilissimi, quando si parla di artisti. Lo sfogo di Felipe Anderson ne è un esempio. Inaspettato. Rumoroso. Una grandissima partita nel ritorno di Europa League contro la Steaua di Bucarest poi solo qualche sprazzo con il Sassuolo. Nessun segnale con Milan e Juventus. Il tecnico lo aveva buttato dentro proprio per trovare una scossa e invece niente. Vorrebbe spaccare il mondo ma si ritrova a naufragare nel mare.
ORA TOCCA A INZAGHI
Questo ‘dualismo’ ha finito per far male a Luis Alberto, che si è trovato a dover lottare con la concorrenza. Basta guardare i dati. Da quando Felipe Anderson è tornato lo spagnolo ha toppato le grandi partite: Inter, Milan, Napoli e Juventus. E Nani? L’ultima volta 8 minuti contro il Sassuolo. Un contentino a risultato ormai certo. Inzaghi ora è chiamato a risolvere il problema. Nella sua testa una sola frase: tre trequartisti ma era meglio quando ne avevo solo uno.
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