Amarcord Protti. Igor Protti, attuale club manager del Livorno, in una lunga intervista ricorda i suoi trascorsi alla Lazio.
AMARCORD PROTTI
L’ex attaccante arrivò a Roma dal Bari, squadra con la quale segnò 24 reti la stagione precedente, nel campionato 1996-1997. Alla guida dei romani il boemo Zdenek Zeman. Tra i due un amore mai sbocciato e tempi cupi per l’attaccante all’ombra del cupolone. Poi però l’arrivo in panchina di Dino Zoff e la rinascita. Al termine della stagione 7 reti e il passaggio al Napoli. Quindi un breve ritorno nella capitale dove però, chiuso da grandi campioni, scelse di lasciare la Lazio e rilanciarsi nella Reggiana.
AMARCORD PROTTI SU IL GUERIN SPORTIVO
“Zamorano rimase all’Inter e così saltò il mio passaggio a Milano. Arrivò allora la Lazio, fui felice perché era una grande squadra ambiziosa con un allenatore come Zeman che era l’ideale per ogni attaccante. Però partimmo male e il mio rapporto con il boemo si ruppe. Non mi sentivo tagliato per i suoi movimenti, glielo dissi, volevo più libertà. Davo rispetto e lo pretendevo. Poi l’arrivo di Zoff. Con lui sono rinato. Era un campione di semplicità e umanità. Mi ridiede la voglia di giocare e la squadra rimontò fino al 4° posto. Per me poi arrivò l’enorme soddisfazione di segnare l’1-1 nel derby al 92′ e con un uomo in meno. Poi andai a Napoli, dove rimasi un anno, fu bello ma la società era in crisi e la squadra retrocesse. Tornai allora alla Lazio ma davanti avevo gente come Mancini, Salas, Boksic e Vieri. Quando avrei giocato? Così andai alla Reggiana”.
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