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Galeazzi: “Vittoria che cancella i dubbi e ci permette di ripartire”. Poi sul 14 maggio del 2000…

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La Lazio, dopo quattro sconfitte consecutive, è tornata finalmente alla vittoria. Con i tre punti conquistati contro il Verona la squadra capitolina si rilancia in ottica Champions League superando l’Inter e riportandosi in quarta posizione. Per dire la sua sulla squadra di Inzaghi è intervenuto Giampiero Galeazzi. Il giornalista e noto tifoso laziale è tornato a parlare anche del giorno dello Scudetto del 2000.

LE PAROLE DI GALEAZZI SULLA LAZIO

“Io non sono d’accordo sulla grande crisi di gioco di questa Lazio. Era più che altro una crisi di risultati. Nel senso che è stata anche sfortunata, inoltre alcuni giocatori erano fuori forma fisicamente. Insomma bisognava solo tornare alla vittoria e andare avanti. Quello che mi da fastidio è come l’opinione generale, i cosiddetti esperti del settore, ci avevano già fatto fuori. Nel senso che la Lazio già apparteneva al gruppo della Sampdoria, del Milan, dell’Atalanta. Questo significa che proprio non ci vogliono lassù perché qualcuno non ci ama. Questa vittoria cancella tutte queste perplessità e ci da la possibilità di ripartire”.

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“Irriconoscibile nel primo tempo come tutta la squadra dal punto di vista dell’atteggiamento, soprattutto nella grinta nella parte finale del campo. Poi nella ripresa c’è stata una trasformazione. Io non credo ai discorsi fatti dall’allenatore fra il primo e il secondo tempo, credo sia scattato direttamente qualcosa con l’avanzamento di Luis Alberto. Mi sembra che la squadra abbia ritrovato un po’ la quadratura del suo gioco. Ripeto, secondo me non era una crisi di gioco quanto di risultati. Del resto prima o poi una crisetta generale nel corso del torneo ci doveva ancora stare. Soprattutto dopo quei maledetti errori del var”.

SULL’URTO DELLE TRE COMPETIZIONI

“Secondo me può farcela. Il Napoli ha abbandonato dall’inizio, la Juventus perde i pezzi per strada, anche la Roma ha avuto una bella crisi, quindi la Lazio deve dimostrare di reggere l’urto. Io direi di provarci e non di rinunciarci. Del resto prima o poi qualcosa dovrai lasciare. Io spero vada avanti in Europa perché ha dimostrato che le piace il torneo europeo. Non sarà la Champions ma è pur sempre un torneo invitante. Ci sono giocatori che ancora ci devono dare tanto. Nani deve ancora dimostrare tanto. Felipe Anderson deve uscire dalle crisi personali e dimostrare di essere ancora un numero uno. Perché lui è sceso dal podio del giocatore più amato con l’arrivo di Luis Alberto.

COME RIPORTARE PIU’ GENTE ALLO STADIO

“Bisogna attuare una politica più profonda, una politica più positiva verso la squadra. La Lazio ha un livello sociale, culturale, sportivo, molto importante. Si deve puntare sui grandi personaggi storici della società. Vanno riportate le famiglie allo stadio anche attraverso una campagna giornalistica”.

INFINE SULLO SCUDETTO DEL 2000

“Quel giorno ho rischiato il licenziamento perché ero agli Internazionali d’Italia a commentare la finale del tennis. Lasciai le ultime battute della telecronaca con la singola telecamera che era riservata agli spogliatoi del tennis e salii in curva sud perché era la più vicina. Pensai che i colleghi fossero tutti in campo, invece non c’era nessuno. Erano andati tutti a Perugia sicuri che prima o poi la Juve avrebbe pareggiato. Ho pensato saranno negli spogliatoi e invece anche li non c’era nessuno. Non avessi fatto io un servizio di un minuto e mezzo, attorcigliato in un pullman del tennis, la Lazio non avrebbe avuto niente per ricordare quella fantastica giornata”.

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