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Francesca Manzini: “Imiterei mister Inzaghi”. Poi racconta un aneddoto sul 26 maggio…

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Maurizio Manzini è una colonna della Lazio e ha trasmesso la sua lazialità anche alla figlia Francesca.

Francesca Manzini, speaker radiofonica e attrice, si è concessa in una lunga intervista a IlPosticipo parlando anche della Lazio: “L’amore per questa squadra si intreccia con quello per mio padre. Amo i biancocelesti in quanto prolungamento fisico di papà. Possiamo dire, come suggerisce il mio compagno Cristiano, che sia nata in…Culla Nord. Amo mio padre e, come continuum, la Lazio. Ci scherzo su: il nostro rapporto è come il 26 maggio”.

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IL 26 MAGGIO: LA VITTORIA PIU’ BELLA

“E’ stata sicuramente la vittoria più attesa, sofferta, sperata della nostra storia. Un po’ come il rapporto tra me e mio padre. Papà è molto anni ’40. Da piccola ne avvertivo un po’ l’assenza ma lui diceva che non mi mancava nulla. Io, invece, sentivo il bisogno di lui. E quasi mi infastidiva, l’aquila di cui mi parlava, perché lo portava via da me. Il nostro rapporto è stata una partita lunga e difficile come quella finale di Coppa Italia”.

IL PICCOLO DISPIACERE

“La mia sfida più grande è stata farmi amare da mio padre quanto lui amava la Lazio. Seguire la Lazio mi ha aiutato a capirlo, conoscerlo. Eppure gli ho dato un piccolo dispiacere. Cristiano somiglia a Totti ed è milanista, ed ho recitato con Verdone” – nel suo nuovo film ‘Benedetta Follia’ – “che è della Roma. Spero che al prossimo pranzo non mi cacci di casa”.

L’ANEDDOTO

“Risale al 26 maggio. Festa post vittoria. Floccari e Marchetti mi si avvicinano con una bottiglia di liquore. Io, che fatico anche con l’acqua gassata, declino l’invito. Ma c’era anche papà e non potevo esimermi. Provo a bere e questa enorme bottiglia mi scheggia un incisivo. Non che avessi tutta questa bella dentatura, però, sai com’è. Ho provato ad andare dall’odontoiatra ma non c’è stato verso. Mi era stato quasi imposto che quella scheggiatura fosse quasi una medaglia. Un segno distintivo. Un ricordo indelebile della vittoria. L’ho riparato solo qualche mese fa”.

LA LAZIO DI INZAGHI

“Chi imiterei? Dico Simone Inzaghi. E non solo per la sua simpatia. A volte, e accade spesso, quando chiamo papà mi risponde e mi chiede di imitarlo. Guarda, non ci capisco molto di calcio, ma penso di saper interpretare le persone. E Simone è stata una rivelazione. In tutti i sensi. Un ragazzo umile, straordinario. Sono rimasta colpita, anzi, allibita dalle sue qualità umane prima che tecniche. Ha un viso pulito e grande personalità. Trasmette disciplina e serietà. E la squadra, per impegno, amore e dedizione, rispecchia l’allenatore”.

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