Non c’è niente da fare Claudio Lotito e la Lazio sono un’anima sola. Non solo il presidente biancoceleste salvò la società in un periodo che avrebbe potuto comportare tutta un’altra storia.
LOTITO CUORE D’ORO
Oggi, a distanza di quattordici anni da quel momento, il presidente capitolino si mette ancora una volta in disparte per il bene della società romana. Il patron biancoceleste infatti ci ha ripensato e ha ritirato la candidatura alla presidenza della Federcalcio. La marcia indietro non sarebbe stata una questione di mancanza di firme ma una questione di cuore. E’ lo stesso Lotito, intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, a spiegare come stanno le cose riguardo l’elezione in Figc e inoltre il numero uno capitolino ha parlato della sua squadra.
SULLA CORSA ALLA FIGC
“Prima di tutto io non ero candidato. Le firme le avevo e avrei potuto procedere, con 12 voti diretti e personali della B. Ho passato la mattinata a chiamare i presidenti che mi avevano testimoniato in modo concreto la loro fiducia. La verità è che le riflessioni finali fatte con i miei collaboratori hanno tenuto conto del rischio a cui avrei sottoposto il titolo Lazio, che vanta in Borsa una performance di primissimo livello, oltre a quelli sul piano sportivo. Borsa e club erano a rischio, così alla fine ho preferito di no. Altro che sconfitta, io registro una vittoria. Adesso è chiaro a tutti il peso di questo forte gruppo di società di altissimo livello, anzi, di amici, sia in A che in B, che uniti potranno farsi valere anche di più. In un certo senso questa conta è stata utile, per capire meglio tante cose. E tra queste i veri equilibri del calcio!”.
SUL RAPPORTO CON I TIFOSI
“Non esiste alcun accordo segreto coi sostenitori! Repressione e crescita, questa è la strada. Basta con l’odio semita tra i nostri fans, sulla storia di Anna Frank c’è stata una strumentalizzazione vergognosa”.
SULLA SQUADRA
“Intorno alla Lazio c’è simpatia. Obiettivo Champions League? Tutto serve, tutto paga. Siamo stati capaci di superare momenti complicati, traversie. Se saremo uniti fino in fondo come adesso si può. Sono orgoglioso di questa squadra: la più bella perché la più unita”.
SU MILINKOVIC
“Non ha un valore perché non è sul mercato. Mi somiglia: ha spirito di sacrificio, determinazione e coraggio. Quando suo padre lo ha ‘convinto’ ad andare a Firenze per parlare con la Fiorentina, lui, che aveva già l’accordo con noi, è arrivato lì e ha spiegato: ‘Voglio solo la Lazio!’. Questo dice tutto, per me”.
SU LUIS ALBERTO
“E pensare che voleva smettere. Ci abbiamo lavorato. Anche sul piano mentale. E’ un aspetto fondamentale. Per questo nel mio settore giovanile ho voluto uno staff di psicologi che seguano i ragazzi ma anche i loro genitori. A noi interessa l’uomo prima del giocatore e cambiamo solo se uno non è contento o si comporta male”.
SUI DIRIGENTI E L’ALLENATORE
“Peruzzi è una persona stupenda, sono felice di averlo scelto per questo ruolo. Trasmette al club tutta la sua lazialità, poi si completa bene con Tare. Anche lui, un gran signore. Inzaghi? Un predestinato. Quando tornò da Milano Marittima credeva di dover firmare con la Salernitana, invece prese in guida la Lazio. Io Lotirchio? Mai pensato che chi più paga, più vince: servono idee”.
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