In attesa della sentenza sul ‘caso Anna Frank‘, parla il legale della Lazio, avvocato Gian Michele Gentile.
E’ attesa per i prossimi giorni la sentenza sul ‘caso Anna Frank‘, l’episodio degli adesivi antisemiti attaccati in Curva Sud da alcuni tifosi della Lazio. Il dibattimento – riporta Il Messaggero – avrà luogo venerdì 19, negli uffici di via Po a Roma, mentre lunedì dovrebbe uscire dispositivo del primo grado di giudizio. Nel caso fosse accolta la richiesta della Federcalcio (un turno a porte chiuse), la squadra biancoceleste dovrebbe scontare la pena già contro il Chievo. Ma lunedì, subito dopo l’emissione del verdetto chiederà la sospensione del dispositivo e richiederà subito il ricorso. Il quale congelerebbe la sanzione fino alla nuova data e della decisione del secondo grado. Così si giocherebbero a porte aperte sia la gara con i gialloblu che il recupero del 24 contro l’Udinese. La sanzione, se confermata, rimarrebbe quindi in voga per Lazio-Genoa di lunedì 5 febbraio.
LA DIFESA DELLA LAZIO
“Non sappiamo – il commento a ‘lalaziosiamonoi.it dell’avvocato della Lazio Gentile – se la Procura Federale chiederà di svolgere dei match a porte chiuse. Se dovesse chiederlo, potrebbe anche domandare più di una giornata sola di squalifica. In caso di sanzione, quest’ultima non si può “congelare” perché è immediatamente esecutiva, si può però domandare al giudice d’appello di sospendere l’esecuzione della sanzione. Non facciamo previsioni, è inutile parlare di quello che potrebbe essere. Vedremo cosa accadrà il 19. Se il 19 non dovesse accadere nulla, decade tutto. La Lazio ritiene che non ci siano i requisiti per la responsabilità oggettiva, sostiene che non ha nessuna colpa in quello che è successo. Non c’è responsabilità da parte della società”.
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