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Scuola, al via dal prossimo anno il “liceo breve”: ecco di cosa si tratta



Scuola, al via dal prossimo anno la sperimentazione del “liceo breve“: ecco di cosa si tratta.

Diplomarsi in 4 anni anziché in 5? Adesso si può. Partirà infatti dal prossimo anno la sperimentazione del “liceo breve“, varata dal Ministero della Pubblica istruzione. 100 gli istituti superiori di tutta Italia interessati, che attiveranno in una sola classe un percorso di studi quadriennale. Si tratta di 75 indirizzi liceali e 25 indirizzi tecnici, di cui 73 statali e 27 paritari, così distribuiti: 44 al Nord, 23 al Centro, 33 al Sud. A Roma (la città con il maggior numero di partecipazioni) saranno 6 (di cui quattro paritarie) le scuole che avvieranno la sperimentazione negli indirizzi Scientifico, Linguistico e Scienze umane. Si tratta dell’Istituto Giovanni XXIII, il Tommaso Salvini e dei paritari “Highlands institute”, Visconti, Seraphivum e Sisto Vecchio. 7 invece gli istituti interessati nel resto del Lazio.

QUANDO ISCRIVERSI

L’avvio dei percorsi è previsto per l’anno scolastico 2018/2019. Sarà possibile iscriversi a partire dal prossimo 16 gennaio, in concomitanza con l’avvio delle procedure per i percorsi ordinari. In Italia il “liceo breve” è già partita in 12 istituti che hanno presentato richiesta negli anni scorsi al Ministero. Il bando emanato lo scorso ottobre ha però permesso di superare questa logica, aprendo a una sperimentazione con criteri comuni di selezione, basati sulla qualità dei percorsi e l’innovazione didattica, e con obiettivi nazionali di valutazione che, tramite dati e informazioni approfonditi, alla fine del percorso sperimentale, consentiranno di fare scelte appropriate.

LE PAROLE DELLA MINISTRA FEDELI

Resteranno invariati gli obiettivi formativi: le scuole partecipanti dovranno comunque far raggiungere agli le competenze e gli obiettivi specifici di apprendimento previsti per il quinto anno di corso, dichiarati dalle indicazioni nazionali e dalle linee guida. «I percorsi quadriennali non nascono oggi, sono il frutto di un dibattito che va avanti da tempo e di una riforma scritta nel 2000 quando era ministro Luigi Berlinguer – sottolinea la Ministra dell’Istruzione, Valeria FedeliQuella riforma non è mai stata attuata, ma nel 2013 una commissione istituita dal ministro Francesco Profumo ha ripreso il tema dei percorsi quadriennali. Successivamente la ministra Maria Chiara Carrozza ha dato il via libera alle prime sperimentazioni».

«Con il bando emanato a ottobre abbiamo deciso di imprimere una svolta. Di consentire una sperimentazione su grandi numeri, con una maggiore diffusione territoriale, nell’ottica di dare pari opportunità alle ragazze e ai ragazzi di tutto il Paese, e una maggiore varietà di indirizzi di studio coinvolti. Tutto questo per fare in modo che – conclude la Fedeli – alla fine del quadriennio, si abbiano esperienze misurabili e valutabili davvero, secondo parametri condivisi e lavorando attraverso comitati scientifici nazionali e territoriali. Si avranno dossier approfonditi su cui poi tutti gli attori coinvolti potranno aprire il dibattito sul destino dei percorsi quadriennali».

100 le scuole interessate, dicevamo. E altre 92 potrebbero aggiungersi, dopo che il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione si sarà pronunciato su un decreto di ampliamento del numero delle sperimentazioni, in base alla rispondenza di questi 92 progetti ai criteri e ai requisiti previsti dall’avviso di ottobre, per favorire un’alta qualità della progettazione e consentire una ancor maggiore diffusione territoriale e varietà di indirizzi coinvolti. Il via libera dovrebbe arrivare nel mese di gennaio, in modo che tutte le sperimentazioni possano partire nell’anno scolastico 2018/2019.

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di Villani

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