Il ventiduenne portiere del Pordenone Simone Perilli si è reso grande protagonista della serata di San Siro in Coppa Italia con l’Inter. Ciò non è bastato ai neroverdi per passare il turno ma la squadra friulana grazie anche agli ottimi interventi del proprio portiere ha saputo tener testa ai rivali più accreditati costringendoli alla girandola dei calci di rigore. Passato giallorosso ma cuore biancoceleste il giocatore è intervenuto ai microfoni di Radiosei.
LA GARA CON I NERAZZURRI E GLI INIZI
“Stiamo tornando a casa, è stata una gara bellissima. Sono tifoso della Lazio e vi ascolto spesso. Ieri sono riuscito a parare due rigori, ma se avessi parato quello di Icardi sarei svenuto all’istante. E’ stato come vincere la Champions League. E’ una bella soddisfazione essere riusciti a far muovere e portare una città intera a Milano. Sono cresciuto per due anni nella Primavera del Sassuolo dove sono stato anche terzo portiere. Il primo allenatore che ho avuto è stato Patarca, è lui che mi ha scoperto. Dopo per cinque stagioni ho giocato nel settore giovanile di quegli altri: mi ha aiutato a crescere. Se dopo ieri può cambiare la mia carriera? Ogni domenica può succedere”.
LA LAZIO
“Mia madre ancora lavora a Formello. Tornare sarebbe un sogno, ma la Lazio adesso è in buone mani. Ma ripeto, sarebbe un onore per me difendere la porta della squadra che amo. Per me la Lazio è come il Real Madrid, è quello che sogno sin da bambino. Non ho mai avuto un grande idolo come portiere, ma ritengo Angelo Peruzzi il più forte di tutti. Per quanto mi riguarda sento di essere bravo sulle uscite alte ma posso e devo migliorare in tutto. Secondo me il portiere deve essere come un centrocampista ormai. Il mio idolo biancoceleste è Di Canio, un tifoso in campo. Chiunque sogna di fare ciò che ha fatto lui. Forse l’Inter fisicamente è più forte della Lazio. I biancocelesti però possono mettere in difficoltà i milanesi nelle ripartenze”.