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Milinkovic croce e delizia: il serbo contro la Sampdoria torna decisivo

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Il serbo Sergej Milinkovic non conosce mezze misure. Prima lo vedi danzare in campo sovrastando l’avversario con quantità e qualità. Un attimo dopo ti fa imprecare per leziosismi fini a se stessi. Un tacco di troppo, un doppio passo in più e palla persa. Inzaghi  entrerebbe in campo, quando per abbracciarlo quando per rimproverarlo.

Ma non te ne lascia il tempo Milinkovic. E così mentre la partita sembra avviarsi verso la sconfitta, come ricorda Il Messaggero, è lui che la risolleva all’improvviso. Segna – terzo gol stagionale – e fa segnare. Pareggia con un gol di rapina e propizia la rete di Caicedo. L’arbitro Mazzoleni consulta il Var per assegnarlo e quando lo fa Sergej gioisce come se avesse segnato lui. Abbraccia tutti. Al fischio finale esulta sotto il settore dei tifosi laziali scatenando le ire di quelli blucerchiati. Ma come detto lui è così: prendere o lasciare. Impressionate quando decide di cambiare ritmo. Fisico da corazziere e piedi sopraffini. Un mix letale. Non aveva brillato nelle ultime due gare e la Lazio ne aveva risentito. Ieri è tornato decisivo. Nel primo tempo veronica e lancio millimetrico per Luis Alberto che non sfrutta l’occasione. Marassi a bocca aperta. Nella ripresa, letale, strappa i tre punti Champions alla Sampdoria.

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