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Editoriale – Dopo Lazio Torino il calcio perde ancor più credibilità: un declino inesorabile

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All’indomani della triste gara tra Lazio e Torino, oggi si assiste a un vero e proprio vespaio di polemiche. Tutti parlano e s’interrogano di quanto accaduto ieri sera allo stadio Olimpico.

Premetto che per me Giacomelli e Di Bello non devono essere radiati, ma quantomeno sospesi minimo per un anno. Un errore che a cui non ci si può nemmeno rivolgere alla giustizia ordinaria. In quanto la giustizia sportiva esula da quella civile.

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L’amarezza di chi guarda al particolare anziché all’interesse generale

Malagò oggi ha fatto il “giro largo” perché molto probabilmente il problema non ha toccato la sua squadra del cuore. De Paola, direttore di Tuttosport, ha dato un bel 6,5 in pagella all’arbitro Giacomelli e, inoltre, c’è anche qualche genio che ci esorta ad andare tutti allo stadio per assistere a Lazio-Crotone. Come possiamo, però, regalare i nostri soldi (guadagnati onestamente) a un sistema che fa acqua da tutte le parti? Il calcio, come la politica, va male perché si pensa sempre al particolare anziché al bene generale. Diaconale, Tare, Inzaghi e Lotito lottano contro un sistema che, a questo punto inizia ad essere davvero criticabile. Errori su errori, sempre dalla stessa parte. Non è più possibile credere in questo gioco. Una Lega commissariata, dove la politica regna sovrana alla faccia dello sport più amato dagli italiani. Il sistema calcio fattura sempre di più grazie agli introiti derivanti dalla TV, ma così facendo, diventa un sistema da baraccone, buono da vedere in televisione in alternativa al Grande Fratello. La rabbia è tanta, e a noi non piace farci prendere per i fondelli. I nostri soldi sono puliti, frutto del nostro lavoro quotidiano e vorremmo avere uno spettacolo quantomeno all’altezza, in base ai più alti principi dell’etica sportiva. Ieri sera si è raggiunto un nuovo livello di ingiustizia sportiva e ormai allo stadio ci si va giusto per, con la consapevolezza che comunque è sempre tutto pilotato o manovrato. Nessuno riuscirà mai a scoprire gli altarini che si celano dietro alcune partite, ma quanto accaduto ieri è sotto gli occhi di tutti. Ci prendono in giro anche dalla Spagna. Da Calciopoli a oggi cosa è cambiato? Cambiano i personaggi ma il sistema è sempre lo stesso.

Cambiare lo status professionale degli arbitri

Perché non creare un’AIA con degli arbitri professionisti? Le giacchette nere, da regolamento non sono stipendiate ma rimborsate proprio in quanto figura non professionista. Ma secondo voi non è anomalo che nel calcio di oggi, dove girano milioni di euro, la figura dell’arbitro conserva ancora lo status di dilettante? Questi signori ricevono il loro rimborso (guai a parlare di retribuzione) direttamente dalla Lega Calcio, ovvero dai presidenti. Un po’ come i giudici che ricevono lo stipendio indirettamente dalla politica.

I Tifosi non hanno colpe il sistema è marcio

Errare è umano, ma il VAR nasce proprio per supportare il direttore di gara che attraverso l’ausilio della tecnologia dovrebbe evitare sviste clamorose come quelle di ieri sera. E invece niente, anche il VAR è manovrabile. Non bastava la mancata qualificazione dell’Italia dal Mondiale, ad aggravare la situazione ci si mette anche una Lega che va verso il commissariamento. Gli stadi sono vuoti. Ha ragione Lotito nel pensare che, forse, sarebbe giusto ritirare la squadra, ma anche lì esistono sanzioni. In conclusione, una cosa è certa: se il calcio va male non è per i tifosi. Fatevene una ragione. Il Tifoso è l’unico che paga e si sarà anche rotto di questa situazione. Siete poco credibili.

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avide Sperati

 

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