“Jooordy, è quasi magia, Jooordy, riprova di nuovo, Jooordy, e come sempre riuscirai!”. Parafrasando la sigla di un noto cartone degli anni ’90. E ci è riuscito davvero, il giovane Jordy (Lukaku). Da oggetto misterioso a freccia spacca partite il passo è stato breve, ma non privo di insidie.
L’ETICHETTA DI FRATELLO MINORE
E’ arrivato in punta di piedi Jordan Lukaku, esterno belga classe ’94 di proprietà dell’Oostende. L’etichetta sulle sue spalle era di quelle pesanti: fratello minore del ben più noto Romelu, che adesso segna goal a raffica nello United di Mourinho. Ruoli diversi, attaccante Romelu, esterno sinistro a tutta fascia Jordan. Il suo primo anno alla Lazio inizia in sordina. Di lui si notano subito le spiccatissime qualità fisiche ed atletiche, ma emergono anche le evidenti lacune tattiche. Difensore o esterno d’attacco? Questo è il dilemma di mister Inzaghi. Come terzino del 4-3-3 dei biancocelesti della scorsa stagione il belga lascia molto a desiderare in fase difensiva e non può esprimere al meglio le sue migliori doti: corsa e fisicità. Me ne sono reso conto da vicino, quando allo Juventus Stadium fu letteralmente “scherzato” più e più volte da un Cuadrado in versione Ronaldinho. Poi il passaggio al 3-5-2, con Lukaku libero di agire a tutta fascia, da titolare o subentrando a Lulic. Da quel momento, la svolta.
DALLA NOTTE DI SUPERCOPPA AL GOAL AL CROTONE
Svolta che arriva chiara, inaspettata e sorprendente nella magica notte del 13 agosto 2017. In palio allo Stadio Olimpico c’è il primo trofeo della stagione, la Supercoppa Italiana, e se la contendono Lazio e Juventus. Subito 2-0 per gli uomini di Inzaghi grazie ad Immobile, poi si sveglia Dybala che tra l’85esimo ed il 90esimo impatta il risultato. Fino al minuto 94: il numero 6 biancoceleste, una freccia nera a sinistra, “si fuma” De Sciglio con fisico e velocità e mette una palla d’oro che Murgia deve solo spingere dentro. 3-2 e vittoria Lazio. Da quel momento Jordan diventa l’arma a partita in corso di Simone Inzaghi. Quando gli avversari calano, entra il belga a sfruttare le sue innate doti atletiche. Migliorato molto anche in fase difensiva, adesso Jordan può essere considerato a tutti gli effetti uno dei 13/14 titolari a disposizione del mister. Sabato poi è arrivata anche la prima gioia in Serie A per lui. Assist di Immobile e piattone destro a chiudere un contropiede a mille all’ora. Rete che ha sbloccato una sfida con il Crotone fin lì abbastanza difficile.
Il ragazzo sta facendo strada, e ne farà ancora molta. “Corri Jordan corri!”. Tutto il resto, è quasi magia…
Giulio Piras
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