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ESCLUSIVA – Avv. Di Santo “Bravo Gentile nel difendere la Lazio”

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Una settimana fa al Salone d’Onore del CONI si è tenuto il Convegno di Diritto Sportivo, promosso dall’Associazione Forense Emilio Conte in collaborazione con Il Centro studi di Diritto, Economia ed Etica dello Sport. A tal proposito il nostro direttore ha intervistato l’Avvocato Stefano Di Santo a cui abbiamo fatto alcune domande su temi più attuali che legano calcio e diritto.

Avvocato Di Santo, cosa pensa riguardo il commissariamento della FIGC?

“Come ha anche specificato il presidente del Coni Giovanni Malagò, il commissariamento è un atto dovuto. In tutte le federazioni sportive vige una regola base: se si dimette il presidente, arriva il commissario. La regola vale per tutte le federazioni, tranne che per una, quella del calcio. Se si dimette il presidente della Federcalcio, il Consiglio federale, seppur decaduto, poiché non determina ufficialmente le dimissioni, non mette il Coni nelle condizioni di intervenire. Questa è un’anomalia del tutto italiana e, come dichiarato dallo stesso presidente del CONI, ben il 91% degli italiani vorrebbe che la Federcalcio fosse commissariata. Speriamo che quanto prima si possa superare questa fase di impasse per il bene di tutto il movimento calcistico italiano”.

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Come giudica l’abolizione dell’albo dei procuratori sportivi?

“Nell’aprile 2015 la FIFA ha abolito l’albo dei procuratori sportivi dove erano inseriti gli agenti Fifa. Da quel momento chiunque ha potuto improvvisarsi prestando servizio per un atleta o una società iscrivendosi all’elenco tenuto dalle federazioni nazionali, che si sono dovute adeguare. Visto però gli sviluppi negativi di tale riforma, il legislatore ha stato approvato un emendamento nella Legge di Bilancio 2018, volto proprio alla reintroduzione alla figura del procuratore sportivo, con l’istituzione di un albo professionale e l’introduzione dell’esame d’abilitazione obbligatorio per esercitare la professione”.

Cosa pensa in merito alle squalifiche e alla complicata questione della Responsabilità Oggettiva da parte delle società, riguardo il caso Anna Frank?

“Rifacendomi al collega Gentile (avvocato della S.S. Lazio) è giusto prendere spunto da una recente sentenza del Tribunale di Roma, che ha portato la Società Lazio a intraprendere la strada percorsa. Infatti dietro un corrispettivo minimo per gli abbonati, è stato possibile ospitare la tifoseria nella Curva opposta. Il Tribunale con la sentenza 6004 del 2017, si è pronunciata, in caso di chiusura di una curva per cori razzisti, dalla parte dell’abbonato e dei suoi diritti.

La decisione, presa dal giudice Vincenzo Picaro, si riferisce ad un’azione proposta da un tifoso della Roma, che ha dovuto rinunciare nella stagione 2013/14 a tre partite della propria squadra, pur non essendo responsabile degli atti che avevano portato alla chiusura del settore. Per il Giudice, dunque, l’abbonato deve essere risarcito o, in alternativa, il club può offrire il biglietto per un’altra zona dello stadio, sia pure dietro il pagamento della differenza di prezzo. La chiusura della curva, infatti, non è imputabile al singolo e, dato che il club non è in grado di offrire quanto promesso (ovvero la visione della gara), il tifoso ha diritto ad un risarcimento.”

Davide Sperati

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