Gianluca Vialli parla della delicata sfida che stasera vedrà l’Italia affrontare la Svezia partendo dallo svantaggio dell’ 1-0 dell’andata.
Le parole di Vialli al Corriere della Sera: “L’Italia non è spacciata, tutt’altro, per me passiamo. E non lo dico tanto per dire, ci credo. Per tre ragioni: la prima l’ho detta, la Svezia è rigorosa ma modesta, più debole di noi. Su due partite, la qualità complessiva pesa.” Seconda cosa: “San Siro. Credo non si potesse scegliere di meglio, mi aspetto un pubblico e quindi un ambiente sofisticato, pensante, riflessivo, attivo. Mi spiego: Milano significa uno stadio educato che saprà leggere la partita, fase per fase. Conterà, specie se non segneremo subito. Certo, gli stadi non fanno gol. E infatti…”. Terza cosa: “Gli attaccanti. Immobile, Insigne, Belotti, Eder, Gabbiadini. Tutti ragazzi in cerca di una consacrazione internazionale che ancora non hanno. Questa è la loro partita, la loro grande occasione. Il mondo li guarda. Bene, ragazzi: a voi”.
Le lamentele di Ventura – “Quello non m’è piaciuto, però è il passato. A Milano occorre un altro atteggiamento, non dobbiamo pensare agli altri ma a noi stessi. A Stoccolma s’è commesso proprio quell’errore. Se facciamo il nostro, siamo già in Russia”.
Mancata qualificazione – “Se non ci andiamo dovremo essere bravi a trasformarla in una rinascita, un’opportunità. Ma non succederà. Comunque non si deve pensarla come a una guerra, a vita o morte. Io ai ragazzi direi: pensate all’estate degli italiani, alle grigliate e ai cocomeri prima delle partite, agli amori, alla vita di ciascuno di noi scandita dalle notti magiche. Su, non possiamo levargliela”.
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