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L’ex Pereirinha: “Una fortuna l’opportunità alla Lazio. Klose e Candreva…”

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Bruno Pereirinha torna a parlare della sua esperienza alla Lazio.

Queste le parole dell’ex esterno della Lazio, oggi al Belenenses, in un’intervista a ‘Desporto ao Minuto’: “L’esperienza in Italia è stata molto stimolante perché venivo da una serie di mesi complicati nello Sporting. Ero reduce da un infortunio e da un’operazione al ginocchio e quindi, in quei sei mesi, feci appena due partite ed ero stato inserito tra le riserve. Ero alla ricerca di una soluzione per la mia carriera. Sono stato fortunato a trovare un’opportunità nella Lazio, da cui già avevo ricevuto offerte ma i dirigenti dello Sporting volevano contare ancora su di me. Si parlava di rinnovo, ma poi le cose cambiarono. Nel frattempo la Lazio era ancora interessata e, per fortuna, è andato tutto bene”.

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KLOSE, CANDREVA & CO.

Giocare con giocatori del calibro di Klose e Candreva è stata un’opportunità molto positiva che mi ha permesso di imparare molto. Finisci per entrare in competizione con loro e constatare che sono persone diverse da come le avevi idealizzate. È un fatto molto curioso… Ma già nei miei precedenti club avevo incontrato calciatori molto bravi”.

QUESTIONE DI TATTICA

Sapevo che nel campionato italiano la fase tattica era importante. Le squadre che affronti sono molto preparate da quel punto di vista. Se vai sotto di un gol, sai già che l’avversaria ha uno schema pronto per complicarti ancor di più la vita. C’erano squadre di questo tipo. Ma la Lazio è ed era un club che lottava per obiettivi d’alta classifica e, come tale, non poteva permettersi di fare questo tipo di speculazione tattica: ha sempre cercato di vincere e questo è stato per me un fattore di continuità con l’esperienza che ho avuto allo Sporting”.

IN BRASILE

Non avevo molti contatti con il campionato brasiliano. Credevo ci fosse un calcio più lento e disordinato, ma non è così. Quando arrivai vidi un gioco molto dinamico, competitivo e di qualità. Tutte le partite possono avere un esito incerto. In Europa se gioca una grande squadra sappiamo già più o meno quale potrà essere il risultato finale. Lì non è così. Quando mi chiamò l’Atletico Paranaense avevo ancora un anno di contratto con la Lazio, ma sapevo già di non poter avere più molto spazio. Così ho iniziato a cercare una soluzione e la prima squadra che si è avvicinata è stata l’Atletico. Dovevo decidere in fretta, perché la finestra di mercato si sarebbe chiusa in pochi giorni. Ho cercato di informarmi sul campionato, sulle condizioni del club e poi ho deciso di andare. Le maggiori difficoltà? Appena arrivato avevo appena terminato le vacanze, mentre lì il campionato era già a metà strada. Avevo bisogno di tempo. Perché mi misero fuori squadra? Nessuno mi ha mai spiegato il motivo. Forse non ero più nei piani dell’allenatore o del club, e mi hanno messo ai margini, cosa molto frequente in Brasile. È stato il momento più difficile della mia carriera. Tu ti alleni perché cerchi di giocare la domenica successiva. Non puoi allenarti solo con quattro o cinque giocatori e poi rimanere a casa il giorno della partita”.

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