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Manzini: “Il 26 maggio è irripetibile”. Poi racconta un episodio in un derby…

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Nel giorno del suo compleanno ecco le parole a Radiosei del lazialissimo Maurizio Manzini.

“Festeggio i 55 anni che sono nella Lazio e ciò vuol dire tante cose – così Manzini che continua – . Per esempio circa 130 derby. Il 26 maggio è stato importantissimo come trofeo ma soprattutto per il significato. Quella situazione non si potrà più ripetere, rimane unica e così sarà sempre”.

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IL RICORDO

“Durante l’era di Dino Zoff mi ricordo un episodio di una stracittadina. Segnò Signori dopo pochi minuti tra i fumogeni: fino al 90’ abbiamo passato la metà campo quattro volte. All’inizio non pensammo di poter reggere, invece con il passare dei minuti prendemmo fiducia. Mentre aspettavamo il fischio finale, l’arbitro alzò le due mani e io ho interpretato quel gesto come la fine della partita, tanto che sono partito a razzo dentro al campo e Oddi addirittura non è riuscito a fermarmi. Quando arrivai al cerchio di centrocampo i giocatori della Roma mi guardavano stupefatti, quelli della Lazio allibiti, e mi sono reso conto di esser solo. Ho cercato di tornare indietro e sono andato a finire davanti alla panchina giallorossa, dove c’era Mazzone che con la sua aria scanzonata mi disse: “A Manzì, ma n’do vai…”. Una cosa bellissima e molto simpatica”.

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