Ieri sera si è consumata un vera e propria tragedia sportiva. E’ morto il calcio italiano. La Nazionale dopo oltre mezzo secolo non si è qualificata ai mondiali di Russia 2018.
Un vero choc per molte generazioni che hanno sempre visto gli Azzurri disputare un mondiale. E basta fare i moralisti dicendo che è solo un gioco e che ci sono problemi ben più gravi in Italia. Lo sappiamo tutti… non c’è bisogno di ricordarcelo ogni giorni. Ma non mi si venga a dire che il calcio è l’oppio dei popoli quando in tv fa ascolti record Grande Fratello Vip. Ma tornando alla Nazionale, ieri si è toccato il punto più basso degli ultimi 60 anni. L’Italia calcistica è morta dopo una lunga malattia iniziata 10 anni fa, quando dopo la vittoria del Mondiale la Federazione (con la complicità dei club) ha fatto una serie di errori che nel corso degli anni si sono rivelati letali. Andiamo ad analizzare quali sono questi errori che hanno comportato il lento deterioramento del nostro calcio.
UN RINNOVAMENTO MAI AVVENUTO
-L’Italia calcistica è morta quando al potere è salito Tavecchio presidente della FIGC. Quando dopo la decisione di Abete di non ricandidarsi, tutti chiedevano un rinnovamento e invece nel 2014 è stato eletto Tavecchio che all’epoca aveva 71 anni. Serviva un volto giovane e pulito, mentre è stato messo a capo del calcio nostrano un uomo con ombre sul suo passato. Un personaggio che si è ritrovato dalla Lega Pro alla serie A in uno schiocco di dita;
-Quando dopo calciopoli, eccetto Moggi e qualche arbitro, sono rimasti tutti ancorati alle proprie poltrone. Come se Moggi avesse fatto tutto quel pandemonio da solo;
ESTEROFILIA
-Quando le società hanno riempito i vivai di stranieri. Basti pensare che l’attuale rosa della Lazio Primavera conta 16 calciatori stranieri e 13 italiani.;
-Quando sono state fatte quelle regole farlocche sugli extracomunitari facilmente aggirabili. Vedi ad esempio quando la Lazio ha acquistato lo svincolato ex Milan Lo Ameth per poi girarlo al Naxxar Lions nel giro di 24 ore per tesserare Caicedo. E’ stato preso d’esempio la Lazio perché è la realtà più vicina a noi, ma la Roma aveva utilizzato lo stesso escamotage precedentemente.
-Quando gli allenatori nostrani hanno iniziato a scimmiottare il tiki taka perdendo la nostra splendida tradizione difensiva. Non è un caso che la difesa della Nazionale sia composta da over 30. Viva Simone Inzaghi e il suo calcio all’italiana!
-Quando ci sono giocatori che fingono infortuni per non rispondere a una convocazione o per tornarsene prima dal proprio club. Non ci scordiamo che il tanto criticato Immobile (unico a concretizzare le rare sortite offensive) ha giocato 180′ nonostante un ginocchio malconcio e ad una settimana dal derby.
STADI VECCHI E VUOTI
-Quando è stata allontanata la gente dagli stadi con regole assurde (vedi legge Maroni) tese a favorire le pay tv;
-Quando nel 2017 la maggior parte delle squadre italiane ancora gioca in stadi obsoleti ricostruiti a fine anni ’80 mentre in tutto il mondo hanno stadi di ultima generazione. Tutto in nome di quella maledetta burocrazia;
Adesso è il momento di una svolta, chi ha causato tutto questo deve andare via. Non è giusto che sia solo Ventura – che per carità ha grosse responsabilità – a pagarne le conseguenze. Il calcio italiano non ha bisogna di qualche effimera legge pedissequa, ma di una vera e propria rivoluzione.
Fabrizio Piepoli
a href="https://twitter.com/LazioChannel">SEGUICI SU TWITTER