A pochi giorni dal processo bis sul decesso di Stefano Cucchi, la sorella Ilaria, è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus.
LE PAROLE DELLA CUCCHI SUL PROCESSO
“La strada è stata lunga e tutt’altro che semplice. In molti momenti ci siamo resi conto della difficoltà ma non c’è mai stato un momento in cui ho pensato di non potercela fare. La verità era evidente ai nostri occhi e a quelli di coloro che avevano seguito la vicenda. La verità non voleva essere accettata da coloro che hanno lottato per trasformare il processo per la morte a Stefano Cucchi a un processo contro il solo Stefano Cucchi. Un processo volto a sminuire le responsabilità di un pestaggio che non veniva nemmeno chiamato come tale. Bensì si parlava di lesioni lievi, e dunque il responsabile era solo il morto stesso. Più si andava avanti, più avevo voglia di ribellarmi a queste dinamiche pazzesche, che sono tanto più grandi di noi. La giustizia deve essere uguale per tutti”.
I MOMENTI DELLA SVOLTA
“Il vero momento di svolta è stato quello della sentenza di secondo grado, che assolveva tutti per insufficienza di prove. Con quella sentenza la giustizia ammetteva il suo fallimento ma lì c’è stata la svolta. Se esiste un ‘caso Cucchi’ ed è così famoso, tanto da dar fastidio agli avvocati degli imputati, tanto da far paura, è perché a un certo punto le persone ‘normali’, quelle che non ci conoscono e che sono fuori dal processo, un po’ si sono riviste in quel senso di frustrazione che noi abbiamo provato. Tutti hanno capito come Stefano sia morto e come sia stata negata la realtà”.
LA DIFFERENZA DI PERCEZIONE DELLA VERITA’ TRA DENTRO E FUORI L’AULA
“Una delle cose più difficili che si possa chiedere è chiedere allo Stato di giudicare se stesso. Credevo che la giustizia potesse camminare con le sue stesse gambe. Invece chiede a noi famiglie di portare avanti le battaglie e spesso è la giustizia stessa la prima a voltarci le spalle”.
LE FOTO DEL CORPO DI STEFANO
“E’ stata una scelta dolorosa e terribile, ma ha fatto la differenza. Sicuramente per noi è stata a tutti gli effetti una doppia violenza. Ma le persone hanno bisogno di essere messe davanti alla cruda realtà”.
E ORA?
”Questo processo sarà diverso, ma tutt’altro che semplice. Sarà una guerra, sarà un altro processo a Stefano, a noi, alla nostra famiglia. Mi aspetto di tutto, una guerra spietata perché hanno paura. E fanno bene ad averne”.
a href="https://www.laziochannel.it/2017/11/rossi-lazio-salerno/">IL GIOVANE ALESSANDRO ROSSI TRA SOGNO E REALTA’
L’OMBRA INGOMBRANTE DI LOTITO IN FIGC