E’ stata una settimana molto movimentata per il tifoso della Lazio. Dagli adesivi, al “razzismo al contrario”, ai capi di accusa più disparati, fino alle limitazioni per la trasferta di Benevento
E’ dura essere laziali, si sa. Ma è anche la cosa più bella al mondo. Lottare per difendere i propri colori, la propria squadra. Contro il sistema, contro le “mode”, la tv e i giornali. La compattezza del tifo biancoceleste non ha eguali e in questa settimana sta facendo la differenza per restare a galla. Gli attacchi che stanno arrivando sono potenti e prepotenti. A causa di “pochi”, si sta infangando un’intero popolo, quello della Lazio. Essere tacciati di essere antisemiti fa male, è una cosa che non può e non deve essere detta. Da nessuno. Una rondine non fa primavera, un imbecille non può far pagare tutto ad un’intera tifoseria.
DI TUTTO E DI PIU’
Ma ciò che mi ha amareggiato di più in questi giorni, è stato l’intervento di molti personaggi pubblici che con il calcio non hanno nulla a che fare. Sia chiaro, tutti possono esprimere tranquillamente la propria opinione. Ma che lo facessero SEMPRE e non solo quando SI TRATTA DELLA LAZIO. Come ha ricordato Gabriele Paparelli, perchè chi sta parlando ora non ha parlato quando si oltraggiava la memoria di suo padre? Ovviamente non sto cercando scusanti a chi ha partorito l’idea degli adesivi, giustamente da condannare. Ma ciò sta diventando un caso nazionale che sta sconfinando nel grottesco (per citare Diaconale).
TUTTI CONTRO IL LAZIALE
Omaggiando Antoine, potremo cantare così: “Se tifi Lazio, ti tirano le pietre…“. Ed è la verità, ogni gesto, movimento e parola di un tifoso laziale viene passato sotto la lente d’ingrandimento di giornali e tv. Perchè? Che qualcuno ci dia una risposta sensata. Chi sbaglia paga, ed è giusto che sia così. Ma pagassero solo i responsabili individuati con le telecamere e i biglietti nominativi. Far pagare questo scempio, ad esempio, al padre di famiglia abbonato con suo figlio, che ha fatto sacrifici per acquistare l’abbonamento, sarebbe davvero senza senso.
Per finire, ricordiamo a tutti, gli applausi dei tifosi della Lazio a Bologna. Così, per dire…
Marco Corsini
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