Questa settimana Laziochannel ha scambiato due chiacchiere con un personaggio da sempre vicino all’universo biancoceleste e attento osservatore del calciomercato: Vincenzo Morabito, agente Fifa, dalla grande esperienza internazionale.
Morabito, che opinione si è fatto sull’inizio stagione della Lazio e sulla gestione di inzaghi?
“Inizio positivo, sulla scia dello scorso anno – spiega Morabito. La chiave è stato l’atteggiamento della squadra che ha imparato a seguire Simone Inzaghi e le capacità che questo tecnico ha dimostrato di avere. Non dimentichiamo che la società aveva scelto Bielsa. Inzaghi è stato una soluzione di riserva. Si è però rivelata azzeccata. Io, a questo proposito, mi prendo il piccolo merito di aver sempre preferito Inzaghi all’argentino, che sinceramente avrà delle doti di oratore, ma non vanta tutti questi risultati…”.
Più un personaggio, che un grande tecnico, insomma..
“Sì, diciamo che se fosse venuto avrebbe fatto felici i media. Basta vedere cosa sta succedendo al Lille… Su Inzaghi, invece, ho da sempre avuto grossa fiducia. Lo conoscevo come calciatore e come uomo. Gran lavoratore, uno che studia calcio”.
Come vede quest’anno la seconda stagione del tecnico, considerando anche quanto di buono fatto lo scorso anno?
“Beh, l’anno scorso non c’erano le coppe e il buon lavoro fatto da Simone è stato ben recepito dalla squadra, centrando l’obiettivo dell’Europa League, quando molti a inizio anno erano scettici. Quest’anno, considerando appunto le coppe e i carichi di lavoro più ampi, bisogna capire dove si può arrivare”.
Quale può essere a suo avviso l’incognita della stagione?
“Attualmente, forse, il problema più grosso è costituito dagli infortuni. Questo è un fattore che non puoi programmare, ma credo che a livello numerico manchi qualcosa. Con tre difensori dietro, ci vorrebbe qualche rincalzo in più, se vuoi competere ad alti livelli su più fronti. Inzaghi, infatti, aveva chiesto un difensore. Se lo si fosse preso, de Vrij non avrebbe dovuto forzare contro il Genoa e forse contro il Napoli non sarebbe poi rimasto fuori”.
Si poteva quindi gestire l’organico con maggiore oculatezza?
“Semplicemente, credo che se sei costretto a perdere praticamente tutti i difensori contro una squadra con uno dei migliori attacchi d’Europa, vuol dire che non hai rincalzi in quel reparto e devi forzare. De Vrij, infatti, era già a rischio, e se avessi avuto un rimpiazzo all’altezza, non lo avresti perso. Non dimentichiamo che ha fatto 9 partite in 5 settimane!”.
Le cose in avanti, invece, sembrano girare per il meglio, anche in termini di automatismi.
“Sicuramente. Anche se va detto che siamo Immobile-dipendenti. Caicedo lo vedo molto volenteroso, è entrato bene nell’ottica di squadra e potrà dare il suo contributo, ma di certo non lo vedo all’altezza di Ciro”.
Come pensa che possa inserirsi Nani, quando sarà completamente recuperato?
“Nani a livello tecnico è un giocatore che non si discute. Non ho dubbi che potrà inserirsi bene negli schemi di Inzaghi, perché ha classe ed esperienza. Il problema è che ha 31 anni e che ha sempre giocato da esterno offensivo. Tempo fa, facevo l’esempio di Figo, grande esterno di ruolo ridattatosi a regista sul finire della carriera. A un certo punto, per certi ruoli, viene a mancarti quella velocità, quell’esplosività che ti contraddistingue. Nani darà sicuramente un grosso contributo, anche se io forse avrei scelto un elemento più giovane”.
A proposito di giovani, tra i biancocelesti chi vede bene?
“Personalmente sto seguendo Murgia e ne sono piacevolmente sorpreso. Sinceramente pensavo potesse arrivare in prima squadra, ma non questa personalità, con questa consapevolezza. Si sta dimostrando assolutamente un titolare e questo va riconosciuto a lui e anche ad Inzaghi, che ci crede davvero. È stato una vera sorpresa”.
Oltre a Murgia, quali le altre note liete?
“Penso che Immobile sia partito col botto e stia continuando a fare benissimo – spiega Morabito. Sinceramente non mi aspettavo una partenza simile, soprattutto dopo Dortmund e Siviglia. Probabilmente anche qui ci sono grossi meriti di Simone. Gli ha trovato la posizione, gli ha dato libertà di svariare. È un punto di riferimento di una squadra che gli gioca intorno. Poi gli attaccanti, quando cominciano bene le serie, difficilmente si fermano. Speriamo bene, perché ora come ora è fondamentale”.
Anche in luce del prosieguo dell’Europa League, occorrerà intervenire sul mercato?
“Per ora gli avversari sono modesti. A gennaio, però, occorrerà intervenire. E non bisogna dimenticare che Inzaghi aveva già chiesto un difensore. Non stiamo parlando di Thiago Silva. Semplicemente di un rincalzo adeguato. Intanto in rosa è rientrato Mauricio, accolto un po’ dallo scetticismo generale. Anche a lui, però, va data un po’ di fiducia, perché in questo momento c’è bisogno di tutti. Urge quindi rinforzare il reparto arretrato, se non altro per una questione di numeri. È andato via Hoedt che, anche se non titolare, poteva tornare utile. Un difensore in più ti avrebbe dato la possibilità di rifiatare, anche dopo l’infortunio a Wallace, che ha peggiorato la situazione. C’è ancora tempo e margine, anche perché siamo lì. Solo Basta avrà dei tempi di recupero più ampi. Gli altri speriamo possano rientrare al meglio”.
Morabito pensa che la società possa essere lungimirante in tal senso?
“Lo spero. Ma in passato è già capitato che questa gestione abbia mancato degli obiettivi, perché è mancato quel qualcosa in più. Due anni fa è saltata la qualificazione alla Champions, dopo i preliminari, perché non si era intervenuto adeguatamente sul mercato. Quest’anno il tecnico andava accontentato per un difensore in più. Ora però c’è tempo. Gennaio arriva abbastanza presto. Ma non si cerchi di investire su rimpiazzi come Caceres, col quale sembrava ci fosse una trattativa ben avviata, saltata solo perché extracomunitario, quindi al di fuori del numero massimo dei tesserabili. È un giocatore quasi sempre infortunato e senza minuti nelle gambe, non so che utilità possa avere. È possibile però, che ci si muova anche su altre operazioni, magari anche in prestito”.
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