Il Direttore della Comunicazione biancoceleste, Arturo Diaconale, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3.
Queste le parole di Diaconale: “Questa settimana è stata difficile. Il comunicato di questa mattina rappresenta una risposta alla campagna di linciaggio avvenuta nei confronti del Presidente, della Società e dell’intera tifoseria biancoceleste. I danneggiati da questa vicenda risultano essere tre. Uno il Presidente, presentato nelle maniere più invereconde da una stampa troppo spesso ottusa nella propria perfidia. Due, la Società quotata in borsa che ha subito un danno patrimoniale. Tre, una tifoseria che a causa di questo linciaggio viene definita razzista. L’identificazione tra i tifosi e l’antirazzismo è il frutto perverso di una campagna di fango scaturita da un episodio che ha portato a 16 Daspo rispetto a uno stadio di 30mila persone e a una Curva di 10mila unità. L’episodio va rapportato quindi alle sue dimensioni esatte. Bisogna prevenire avvenimenti simili, ma senza giustificare questa marea di fango planetaria che si è gettata contro di noi. Il comunicato fa ragione di questi danni e dei reati penali di diffamazione che sono stati compiuti ai danni del Presidente, della Società e della tifoseria. Ho letto su alcuni siti che si parla di slealtà sportiva. La reazione della Lazio non c’entra niente con questa accusa. L’apertura della Curva Maestrelli è stata attuata per garantire la presenza di una tifoseria non colpevole di una responsabilità riconducibile a pochi individui. Questo non c’entra con la slealtà sportiva. Quest’accusa sarà smontata perché ciò che è stato svolto dalla Società è stata un’azione pienamente legittima.
Tutto è scattato dopo l’episodio degli adesivi e dopo il clamore che ha suscitato ciò. Fino a quel momento nessuno aveva messo in discussione l’iniziativa del club. Sono convinto che la Giustizia Sportiva non avrà nulla da attuare contro la Lazio, il danno complessivo nei nostri confronti però c’è stato. L’immagine della Lazio è stata sporcata a causa di un gruppo di sconsiderati (questa canea e questa insorgenza di forcaioli di tutte le specie) e di alcuni media, cartacei e televisivi. Debbono essere perseguiti avendo creato gravi danni.
Oggi è l’anniversario della morte di Paparelli. Credo che per celebrare l’anniversario si debba fare un sforzo di responsabilità. Dobbiamo dimostrare di essere superiori agli altri dimostrando responsabilità e compostezza nel ricordo e nella memoria della tragedia che molti non hanno avuto. Il paragone con la Shoah non si può fare. Ma si deve denunciare che il ricordo della Shoah sia stato strumentalizzato per bassi fini. Non può essere accettato, dal punto di vista della comunità ebraica dovrebbe esser questo il problema maggiore. La strumentalizzazione della Shoah non ha nulla a che fare con la memoria della stessa.
C’è una tendenza nella stampa italiana, tra i giornalisti più giovani soprattutto, di scambiare il ruolo di giornalista con quello del Pubblico Ministero. Questa tendenza forcaiola spinge molti a trasformarsi in PM che svolgono interrogatori ed arringhe di condanna al posto di interviste. Molti sono risultati particolarmente attivi in questa attività di linciaggio e sarebbe giusto creare il premio “La forca di legno” per tutti coloro che hanno brillato per queste iniziative di gogna mediatica. La cultura della generalizzazione della colpa esiste nel nostro Paese e ci dobbiamo battere contro questa affinché la tifoseria della Lazio non venga colpevolizzata. Ognuno di noi è un individuo e ognuno di noi vanta le proprie convinzioni, passioni e ideologie che vanno difese senza essere unificati a un’unica identità che viene poi ricondotta a chi urla in maniera più spregiudicata.
In questa vicenda negativa un aspetto positivo c’è. Quando abbiamo portato la corona di fiori al Tempio Maggiore di Roma, il giornalista Enrico Mentana diceva “Oportet ut veniant scandala”, ovvero che a volte è necessario che avvengano questi scandali. In questo modo si è riparlato di una vicenda come la Shoah e di valori della dignità umana che sono positivi e sui quali noi tutti siamo d’accordo. Nessuno deve mai dimenticare. Il Presidente ha lanciato l’iniziativa che porterà annualmente 200 giovani in visita ad Auschwitz. Quest’ultima prenderà corpo a breve essendo ancora da sviluppare sotto il punto di vista organizzativo. Questi fatti sono serviti a tramutare la cattiva vicenda in chiave decisamente migliore. Se gli avvenimenti negativi non ci fossero, però, sarebbe sicuramente meglio”.
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