Alla vigilia del suo primo derby della ‘Madonnina’, Lucas Biglia torna a parlare del suo passato alla Lazio.
Quest’estate la cessione di Lucas Biglia ha dato il via in grande stile al mercato della Lazio. Un addio inaspettato quello del Principito, che sembrava vicinissimo al rinnovo e che ha portato a Roma un veterano del calcio del calibro di Lucas Leiva. Ma se il brasiliano è ormai una pedina fondamentale dello scacchiere di Inzaghi, l’argentino a Milano non è ancora riuscito ad adattarsi e a prendere in mano il centrocampo rossonero come ha fatto per lungo tempo a Roma. Le critiche non sono mancate, ma non hanno fatto venir meno la fiducia di Montella, che l’ha fatto addirittura vice-capitano. Sul suo braccio conserva dunque la fascia già portata stretta in biancoceleste per quattro anni. Con la speranza che, a differenza di quest’ultima, non si trasformi in un ‘pomo della discordia’. In quel caso, con i tifosi che chiedevano a gran voce che fosse affidata a Candreva o Klose, Biglia non fece alcuna polemica, ma lasciò che a decidere fosse tutto il gruppo e l’allenatore.
“Si diceva che la fascia – ricorda il centrocampista ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’ – dovesse andare al giocatore più vecchio, in quel caso Klose. Allora presi da parte i veterani dello spogliatoio e dissi chiaro, senza polemica, “Se questo rappresenta un problema, tolgo la fascia e la metto lì sul tavolo”.
IL DERBY
Alla fine la fascia è rimasta sul suo braccio, ma nemmeno quest’onore ne ha impedito l’addio e ora dunque non gli resta che vivere questo primo derby di Milano da vice di Bonucci. Da una stracittadina all’altra, le differenze ci sono eccome: “É senz’altro diverso. Là inizia un po’ di tempo prima, qui si vive soprattutto il giorno della partita. A Roma quando si parla di derby sono dei pazzi (ride, ndr)”.
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